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Napoli, Hamsik si rivede nell'autobiografia di Ancelotti: Personalità non è urlare

31/07/2017 09:18

Napoli, Hamsik si rivede nell'autobiografia di Ancelotti: Personalità non è urlare |  Sport e Vai

“Il mio approccio calmo può sembrare una debolezza, invece è la mia forza Non bisogna mica urlare per dimostrare di avere personalità". Lo ha scritto Carlo Ancelotti nella sua autobiografia ma sono parole che ha fatto sue Marek Hamsik che ha trascorso il tempo libero del lungo ritiro in Trentino leggendo il libro del tecnico del Bayern (È stata una scoperta, ringrazio Francesco Calzona - il vice di Sarri, ndr - che mi ha regalato il libro"). Il capitano del Napoli ne parla in un'intervista al Corriere della Sera dove conferma le ambizioni scudetto e parla anche del periodo in cui Raiola lo pressava per chiedergli la procura. Si parte da quella parolina di sempre, scudetto: "Questo può essere l’anno giusto. Da tempo giochiamo bene, tutti ci riconoscono qualità e organizzazione. Siamo un gruppo forte e stavolta, credo, possiamo farcela. Del resto, sono qui da così tanto tempo che non posso nascondermi: l’ambizione sarebbe quella di regalare lo scudetto a questi tifosi meravigliosi che mi hanno adottato. Sarri è cauto? Questione di ruoli. Lui fa bene a tenere tutti con i piedi per terra, sa che ci sono tante insidie ed è giusto che non alzi troppo le aspettative. Anche noi sappiamo che l’impresa non sarà semplice, ma sarebbe ipocrita negare che vogliamo vincere. C’è questa possibilità e dobbiamo sfruttarla. Abbiamo anche un vantaggio. La Juventus ha perso Bonucci, un giocatore di grande personalità. Vogliamo approfittarne. Vedremo in che modo se ne gioverà il Milan, sta facendo un grande mercato, è giusto che provino a rilanciarsi. Ma per me resta la Juventus la squadra da battere. Il gruppo, la conoscenza tra calciatori sono sempre un valore aggiunto. D’istinto dico l’Inter, ha preso Spalletti che è un grande allenatore e ha fatto bene ovunque. Mi aspetto molto. Bisogna vedere quanto tempo poi impiegherà la nuova Roma di Di Francesco". Marekiaro ribadisce il suo amore per Napoli: "A Napoli sono sempre stato bene, perché andare via? Mi sono sempre sentito importante per questa squadra e ho scelto di continuare a esserlo. Alla fine chi è andato via poi si è sempre pentito. Qualche titubanza l’ho avuta per il Milan, ma ero anche più giovane. L’operazione con il Milan era di Raiola. Ma comprese che non avrei lasciato il mio procuratore storico che mi segue da quando sono nel calcio professionistico e al quale devo tanto. E mi ha lasciato tranquillo".Alla Juve non ho mai realmente pensato, visto cosa è successo per il Pipita? Il calcio è così, nessuno perdona se passi con la rivale storica. Certe scelte andrebbero rispettate, ma capisco l’amore dei tifosi e non gli avrei fatto questo torto. Napoli è la mia seconda casa. Sono orgoglioso di questa piazza, di essere un idolo per i tifosi". Nedved dice di rivedersi molto in lui: "Lo ringrazio, ma è fin troppo generoso. Ha avuto una carriera incredibile. In campo ha sempre combattuto come un leone, era il mio idolo. Dovrei vincere un Pallone d’oro e se ne potrebbe riparlare. Sono ancora in tempo...La cresta? Finché giocherò a calcio, avrò sempre i capelli così, sono un portafortuna".

Stefano Grandi

 


Tags: napoli ancelotti hamsik

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