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Napoli: 10 gol e motivi per crederci ma serve conferma

21/09/2015 11:54

Napoli: 10 gol e motivi per crederci ma serve conferma |  Sport e Vai
Da ieri sera il Napoli ha dieci motivi, sotto forma di dieci gol in due partite, per credere di essere tornato grande dopo un avvio di stagione deludente. Le due “manite” rifilate al Bruges prima e alla Lazio poi – entrambe al San Paolo – hanno fatto rifiatare un ambiente in fibrillazione già pronto a chiedere la testa di Sarri e restituito fiducia a un gruppo vittima di paure e intoppi. Se sarà vera gloria lo potranno dimostrare già le prossime due ravvicinate partite, mercoledì a Carpi e sabato sera a Fuorigrotta contro la Juventus, ma i progressi evidenti dovuti principalmente alla crescita di condizione e al cambio di modulo si sono visti. Sarri – anche se non lo ha ammesso pubblicamente – ha rinnegato il suo credo in queste ultime due gare. Abiurato l’affezionato sistema di gioco col trequartista e due punte, lasciati fuori i neo-acquisti Chiriches (troppo simile ad Albiol come passo) e Valdifiori (a disagio e fisicamente in difficoltà) l’ex tecnico dell’Empoli ha proposto una squadra più simile a quella degli anni scorsi, con l’aggiunta di due elementi importantissimi come Reina tra i pali e Allan in mezzo al campo. Ha riportato sulle fasce Callejon, Mertens e Insigne, ha accettato l’idea che la squadra possa fare anche fraseggio e possesso palla anziché solo l’esasperata ricerca della verticalizzazione immediata e ha visto con i suoi stessi occhi una metamorfosi repentina. IL DIETROFRONT DI SARRI - Ha provato sin dai primi giorni di ritiro – per poi proseguire successivamente – a scoraggiare tutta la piazza, tutta la critica, tutta la tifoseria e buona parte della squadra sull’idea del 4-3-3 (“non piace alla squadra e neanche a me”, “con questo modulo Higuain non rende”) salvo poi arrendersi all’evidenza. Con due esterni devastanti come Insigne (finalmente nel ruolo suo e non nell’ibrida posizione di trequartista) e Callejon largo a destra anche il Pipita è parso rigenerato e la doppietta alla Lazio parla da sé. Sarri ha preferito sorvolare sulla trasformazione dell’attacco prendendosi i meriti della difesa che non prende gol da due partite ma ora occorre una conferma contro avversari più credibili. Il calendario aveva dato una mano ma gli azzurri hanno lasciato già troppi punti per strada. Dalla Juve in poi inizierà un ciclo terribile che dirà la verità sui progressi di questa squadra. Prima però c’è il test col Carpi, penultimo con un sol punto in classifica. Vincere è l’unico risultato accettabile. Sarri dovrà dimostrare anche di fare retromarcia su un altro dei suoi capisaldi, il rigetto del turnover snobbato con prosopopea a luglio. Si vedrà come gestirà la rosa con tre partite in sei giorni ma la vera nota positiva che fa sorridere i tifosi è che la squadra sembra aver fatto sentire il suo peso nello spogliatoio, inducendo il tecnico ad assecondarne le caratteristiche. Fin quando si vince anche una mezza “autogestione” tattica va bene… Stefano Grandi     

Tags: lazio napoli insigne higuain Carpi callejon sarri

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