Milan, la rivoluzione di Galliani per la rinascita targata Pippo

“Sono entrati 11 nuovi giocatori e ne sono usciti 14, forse il mercato con i maggiori cambiamenti. Quando le cose non vanno bene, nell'anno precedente, va cambiato molto e l'abbiamo fatto. Presentiamo un Milan nuovo e un Milan diverso. Mi aspettavo una sessione così movimentata? Sì me l’aspettavo". Adriano Galliani è stato lampante nel raccontare il calciomercato estivo del Milan. Una vera rivoluzione figlia del fallimento dello scorso anno e delle esigenze di dover far convivere il bilancio con il rafforzamento della rosa. S’è sparato i colpi migliori negli ultimi giorni l’ad rossonero, i famosi “tre giorni del condor” quando lui colpisce sempre ed ora la piazza milanista ci crede.             Quando l’effetto-Inzaghi, che aveva riportato entusiasmo fideistico – rischiava di svanire dopo un’estate sofferta tra amichevoli sotto tono e addii importanti (da Kakà e Robinho fino a Balotelli e Cristante) prima il trofeo Tim e poi l’esordio positivo con la Lazio hanno ridato fiducia. Ci ha pensato poi Galliani sul mercato a completare l’opera, prendendo uno dietro l’altro Torres, van Ginkel e Bonaventura che di fatto ridisegnano ex novo il Milan. Certo, per Inzaghi non sarà facile assemblare tante facce nuove ma il neo-tecnico è stato accontentato: voleva un bomber d’area, un esterno offensivo e un altro centrocampista che andassero a completare un organico già ampiamente rinnovato, ed ha avuto ciò che chiedeva. Ora, considerando che il Milan non ha quelle coppe europee dove vuole subito e assolutamente tornare, sono parecchie le alternative a disposizione ma le buone notizie non sono finite qua. El Shaarawy sta dimostrando di essere tornato ai suoi livelli, incoraggiante la prima con la Lazio e l’avventura in Nazionale gli darà ulteriori stimoli, Menez poi ha già stregato San Siro, mostrando una duttilità tattica importante. Tra i pali Diego Lopez non poteva avere esordio migliore. Il neo resta la difesa, che nonostante l’ingresso di un Alex apparso poco mobile e meno ancora inserito nei meccanismi, lamenta ancora delle incertezze ma c’è tempo per lavorare. Aver trattenuto De Jong è stato egualmente un colpo importante. Ora la palla passa a Pippo Inzaghi, che dovrà trarre il meglio da una rosa omogenea che magari allo scudetto non può puntare ma che ha le carte in regola per cancellare l’annus horribilis appena finito. Stefano Grandi