Milan, Mihajlovic: Niente alibi e tappiamoci le orecchie sui fischi

Catenaccio a tutto spiano sui venti di tempesta che soffiano sulla sua panchina e sulle dure parole di Berlusconi ("Non ho visto le sue dichiarazioni, quindi non posso commentare. Non voglio più rispondere a domande sul presidente, parliamo di calcio"), serenità ostentata sul suo futuro (“Io sono sereno e tranquillo, ho fiducia nel mio lavoro e non mi faccio prendere dall'ansia. Pensiamo ad una partita alla volta e vediamo dove arriviamo") e tanta voglia di invertire la rotta a partire dalla coppa Italia di domani a Genova contro il suo passato, la Sampdoria. Sinisa Mihajlovic sa che il tempo a sua disposizione rischia di scadere presto ma si dice ottimista: “Dopo il Napoli abbiamo perso solo una partita. Nelle ultime due gare c'è mancata un po' di cattiveria e fortuna. Sappiamo su cosa dobbiamo migliorare e lo faremo vedere già nelle prossime partite. Ci siamo parlati, con i 4 punti persi con Carpi e Verona potevamo essere quarti. Il campionato comunque è ancora lungo, siamo uniti e andiamo avanti per la nostra strada. Io e i giocatori siamo convinti di poter raggiungere i nostri obiettivi. Nelle ultime partite abbiamo creato tanto, 35 tiri contro Carpi e Verona, ma abbiamo fatto un solo gol. I nostri attaccanti devono essere più intraprendenti". Poi la difesa della squadra: Io l'ho detto fin dall'inizio che non cerco mai alibi e scuse. Non credo che i giocatori vogliano cercare scuse, dicono solo quello che sentono. Nessuno dice che quello che sta succedendo è colpa di altri. L'unico modo per uscire da questo momento è vincere. Dobbiamo credere in quello che facciamo". Ultimo pensiero su Montolivo, bersagliato dai fischi dei tifosi: “Quando ero con lui a Firenze, lo fischiavano. Credo sia abituato a queste situazioni. I tifosi hanno il diritto di fischiare. Noi dobbiamo tapparci le orecchie e pensare solo a giocare. Tutti i giocatori del Milan hanno l'esperienza per reagire ai fischi".