22/11/2021 22:51
Zlatan Ibrahimovic a tutto campo, questa volta però non dentro un rettangolo di gioco ma nel corso di un’intervista che l’attaccante svedese del Milan ha concesso a Donald McRae, del Guardian. Una chiacchierata in cui il giocatore si racconta senza veli ma con il suo solito atteggiamento.
Essere me non è facile. Ogni giorno mi sveglio, ho dolori ovunque ma fino a quando degli obiettivi, fino a quando c’è adrenalina vado avanti. So che sto arrivando a qualcosa di buono. Sto arrivando in un posto in cui ho bisogno di lavorare per mantenermi al top e continuerò a farlo finché posso. Non voglio avere quel rimpianto se mi fermo. E’ meglio essere completamente finiti e dire: non ce la faccio più. Ma io ce la faccio ancora e lo sto facendo. Ma non si tratta di contratti o di essere famoso. Non ho problemi a sofferire. Le nuove generazioni non capiscono la sofferenza, devono fare poco per ottenere credito. Quelle di prima dovevano lavorare molto di più.
Ibrahimovic si sofferma anche sul presente e sul viaggio intrapreso dal suo Milan.
Siamo la squadra più giovane della Champions League anche se ci sono io. E’ incredibile. Mi fanno sembrare giovane come Benjamin Button. Sono molto orgoglioso perché vedo questi giovani giocatori assumersi più responsabilità, cambiare mentalità. Questa è la mia felicità ora. Esco e corro tanto quanto loro. Lo faccio perché quando i giovani mi vedono lavorare dicono “dopo tutto quello che ha fatto sta ancora lavorando. Devo farlo perché lo ha fatto lui. Devo mostrarglielo con l’esempio”.