Messias: Avevo deciso di smettere per predicare il Vangelo

Ascolta musica evangelica ed è molto religioso Walter Messias. Il fantasista del Milan  si è raccontato al giornalista Carlo Pellegatti all'interno del format esclusivo Q&A di StarCasinò Sport

“L’esperienza nelle serie minori mi ha insegnato ad avere più tranquillità, perché avevo più pressione a giocare in Eccellenza o Serie D che in Serie A. Adesso mi sento più sicuro e più maturo. La mia storia può forse esser vista come un esempio di vita, il calcio è un mondo diverso da quello reale, lì ci sono persone che si alzano alle 5 di mattina e rientrano alle 20, non è facile la vita là fuori. Capire quello che vivono gli altri fuori dal calcio è fondamentale per me”

La Champions? È una competizione bellissima, viverla di persona è ancora più bello. Ho avuto la fortuna di segnare il gol decisivo contro l'Atletico Madrid, un cross morbido e perfetto ricevuto da Kessié, avevo solo il portiere davanti ed è stato molto emozionante. C’è stato un periodo di difficoltà ad ottobre quando ho avuto l'infortunio, ma il Mister mi ha rassicurato dicendomi di stare tranquillo perché per lui ero forte e questo mi ha dato coraggio e una spinta in più. Poi c’è Ibra che è un grande, quando in campo sono in difficoltà passo la palla a lui perché tanto non la perde mai.

La religione per me è tutto, sono un atleta di Cristo. Nel 2015 non volevo più giocare a calcio, andai a trovare il Pastore in chiesa e gli dissi che volevo dedicarmi solo alla predicazione del Vangelo. Invece Dio aveva altri piani, Ezio Rossi mi ha chiamato e così ho deciso di proseguire con il calcio. L'idolo? Ronaldo Il Fenomeno, mi piaceva tutto di lui, quando giocava con la nazionale io fermavo tutto quello che stavo facendo per vederlo. Non ho mai avuto modo di incontrarlo ma mi piacerebbe molto"