Maldini:noi un anno avanti, Theo si stava perdendo

Il direttore tecnico del Milan, Paolo Maldini, ha parlato all'emittante francese Bein Sports, rivelando da dove nasce il progetto che ha portato all'attuale situazione societaria e un curioso retroscena su Theo Hernandez. 

Quello che stiamo, e che abbiamo, vissuto è certamente un anno particolare. Un anno che costringe a giocare una gara ogni tre giorni, il tutto con la costante assenza di pubblico a complicare le cose. Dobbiamo ancora abituarci a questo tipo di calcio. Devono abituarsi i tifosi costretti a fare il tifo da casa, ma per i calciatori la questione è diversa: questo è il loro lavoro.

Maldini e il Milan senza tifosi

Maldini analizza poi l'effetto che l'assenza di pubblico allo stadio può avere avuto nei giocatori del Milan e le mosse che hanno permesso ai rossoneri di avitare scossoni societari derivati dalla pandemia da Covid-19:

Senza pubblico una squadra giovane come la nostra è riuscita a ottenre risultati molto positivi. Penso che il cambiamento sia dovuto da una diversa impostazione mentale. Come società, rispetto ad altri, siamo partiti un anno prima. In un certo senso abbiamo anticipato quello che ha investito tutti con la pandemia, cercando di garantire al Milan un’autosostenibilità e di far quadrare i conti. E questo è possibile solo se lavori bene attraverso i giovani e con una squadra dai costi sicuramente diversi rispetto al passato.

Maldini e il retroscena su Theo

Infine su Theo Hernandez, Maldini rivela il loro primo incontro:

Aveva appena vinto la Champions League con il Real Madrid, ma si stava un po' perdendo. Prima di conoscerlo non ho voluto dare retta a tutte le voci che circolavano sul suo conto. Ho preferito parlare con lui guardandolo negli occhi. Ho trovato davanti a me un ragazzo sensibile. Gli ho detto che avrebbe dovuto faticare molto e lui ha dato la sua disponibilità, così ci siamo convinti a credere in lui. La risposta che ha dato sul campo è stata incredibile. Lo stimolo sempre ricordandogli che deve giocare per prendersi il posto da titolare nella nazionale francese e che deve ambire a diventare uno dei tre migliori terzini al mondo.