Luis Enrique: Se squadra non mi seguisse andrei via ma non è così

Sordo alle polemiche, impermeabile alle critiche, cocciuto nell’andare orgogliosamente avanti per la sua strada. Luis Enrique fa ricorso alla filosofia Zen per non farsi travolgere dallo tsunami che si sta abbattendo da giorni sul Barcellona. Neanche le voci, mai confermate, di un possibile esonero ormai deciso dal presidente che sarebbe pronto a offrire la testa del tecnico ai capricci di Messi sembra smuoverlo. Alla vigilia della delicata gara con l’Atletico Madrid, che pure potrebbe segnare il suo futuro, Luis Enrique non cade nelle provocazioni: “Non alimento polemiche, non mi interessa, continuo a lavorare a pensare a migliorare il gioco della squadra. Mi sento ogni giorno sempre più motivato, la tensione non mi spaventa. Non mi sento solo, sono uguale al primo giorno che sono venuto qui e sento la vicinanza della squadra e dello staff”. Eppure si sta dicendo e scrivendo di tutto in questi giorni: “Ci sono cose maligne messe in giro, dovrei andare a smentire ogni momento ma è un gioco pericoloso e non mi piace. Ripeto: faccio il mio lavoro. Il giorno che vedessi che la squadra non mi segue più me ne andrei ma non mi è mai successo in carriera”.

Stefano Grandi