Lippi sui colleghi: "Allegri come me, Pep nella storia, ma Ancelotti è il migliore"
30/12/2015 10:48
Ancelotti è il migliore,
Guardiola nella storia,
Allegri è quello più simile a lui. In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, Marcello
Lippi parla a ruota libero di calcio e colleghi allenatori, rivelando di sentire una certa nostalgia verso il campo di gioco, dopo la fine dell’esperienza in Cina al Guangzhou Evergrande. “
Ma non vorrei che qualcuno ora pensasse: 'Si sta mettendo sul mercato’ - ha precisato il tecnico campione del mondo nel 2006 -
Non è il mio caso. Ma ho voglia di calcio, mi ritrovo a vedere partite e pensare a cosa farei, chi sostituirei. Se capita l'occasione, bene, altrimenti fa lo stesso”.
I primi complimenti di Lippi sono per Allegri, toscano come lui. “
È quello che mi somiglia di più. A cominciare dall'arrivo alla Juve a 46 anni. Sa cambiare in stagione e anche a partita in corso, come facevo io. E ha coraggio. Non era mica da tutti mettere Morata in panchina. Peccato però per il k.o. a Siviglia: era evitabile, cambia la Champions”. Guardiola, invece, è un rivoluzionario.
“Ha creato e allenato la squadra più forte di sempre: il Barça, oltre a vincere tutto, ha conquistato due Europei e un Mondiale con i suoi giocatori. Ha dato un contributo importante alla storia del calcio. Oggi è uno dei due-tre migliori al mondo. Anche se il numero uno al momento è un altro. Nessuno è come Ancelotti: ha vinto in ogni campionato e lo farà anche in Germania. Soprattutto non c'è un calciatore che abbia mai detto una parola negativa nei suoi confronti”.
In generale, per Lippi, un grande allenatore vale un top player. “
È tramontata l'idea che un tecnico conti il 20% se va bene. Non è così e non lo è mai stato per Mourinho, Capello, Van Gaal, anche Lippi e altri: sono gli stessi grandi giocatori a pretendere una guida forte e sicura. Non un padre, un fratello o uno simpatico. Ma chi ti fa vincere e migliorare i contratti".
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