Le big hanno perso sprint, solo colpa dei bomber a secco?

Sarri l'aveva previsto: “non si può viaggiare tutti a queste medie, altrimenti finiremmo in 4-5 con più di 150 punti”. Ed ecco allora che le prime 5 in serie A hanno cominciato a rallentare. Nell'ultimo turno solo Inter e Lazio hanno bruciato punti mentre le altre tre hanno fatto il pieno, ma il rallentamento dell’andatura dicembrina delle grandi è vistoso: se nelle prime 14 giornate il quintetto di testa Napoli-Juve-Inter-Roma-Lazio (in rigoroso ordine di classifica attuale) aveva capitalizzato il 90% dei punti disponibili contro le altre 15, negli ultimi tre turni è sceso al 67% per un -23%. Oltre 100 giorni di partite, tra campionato e coppe, hanno determinato un calo inevitabile (solo il Napoli, per dire, ha giocato 25 partite, la prima delle quali il 16 agosto, preliminare di Champions) ed all'orizzonte non c'è il Natale di pausa, perchè la sosta è posticipata a dopo l’Epifania. Le squadre non sono abituate a un tirata del genere, il rischio di andare fuori giri c’è. Ma ci sono anche altre cause: ad esempio l'astinenza di alcuni bomber delle big se è vero come è vero che nelle ultime tre giornate i primi sei della classifica cannonieri hanno segnato solo quattro gol, due dei quali Mauro Icardi, l’unico che non sembra affatto stanco, anzi. Una rete Dzeko, una Higuain, zero Mertens, zero Dybala, zero Immobile. Poi c'è la crescita delle piccole (Verona, 7 punti nelle ultime 4 gare, l’Udinese che con Oddo è un’altra cosa). Si tornerà a correre come prima in vetta o la tendenza si stabilizzerà?