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Koulibaly: A mia moglie dico, da grande vorrei essere come Ancelotti

27/10/2018 12:59

Koulibaly: A mia moglie dico, da grande vorrei essere come Ancelotti |  Sport e Vai

"A mia moglie dico sempre che spero, alla sua età di essere una persona simile a lui". Un messaggio di stima e di affetto ad Ancelotti arriva da Kalidou Koulibaly. Il difensore, intervistato dal Corriere dello sport, traccia un profilo dei tre tecnici avuti al Napoli e dice: "Sono tutti e tre grandi allenatori. Il calcio di Benitez e quello di Ancelotti si somigliano molto. Ho avuto la fortuna anche di giocare con mister Sarri e il suo calcio era per me veramente bellissimo. Lui mi ha permesso di vedere il calcio e le partite in un'altra maniera. La sua filosofia era concentrata sulla tattica, tutto era previsto con lui. Oggi, quando guardo una partita di qualsiasi squadra, non la vedo più come quattro o cinque anni fa. E lo devo a lui. Benitez mi ha fatto scoprire il calcio vero. Io ero in Serie B in Francia, poi in Belgio, lui mi ha dato la possibilità di andare per la prima volta in Serie A, in un campionato molto importante. Il suo calcio è molto simile a quello di Ancelotti perché sono allenatori che hanno vinto, allenato grandi squadre e la loro visione del gioco ha molti punti di contatto. Ancelotti, tutti lo conoscono, ha vinto molto, ma quello che mi sorprende di più è l'umiltà che ha ancora e anche la voglia di vincere che non smettere di avere. Un uomo veramente perbene e lo ringrazio molto perché mi dà ancora la voglia di andare avanti, di crescere di far vedere che sono un giocatore sempre più forte. Con lui spero di fare qualcosa di bello perché è uno che dà fiducia a tutti e penso che non si sentirà mai un giocatore parare male di lui, perché ha grandi valori e trasmette serenità". Ormai si sente napoletano d'adozione, il centrale:"Mi sento francese e senegalese da quando sono nato. Quando uno mi chiedeva di dove ero, rispondevo che ero francese ma anche senegalese da parte dei miei genitori. Per me era molto impotante. Poi, quando sono arrivato in Italia, a Napoli, dopo un anno e mezzo mi sentivo già cittadino napoletano. Perché io, Kalidou Koulibaly, sono, mi sento, francese, senegalese e napoletano". Capitolo razzismo, è capitato qualche episodio in cui è stato fischiato per il colore della sua pelle:"Sì, in altri stadi, non a Napoli. Quando sono arrivato non li ho sentiti durante il mio primo anno, ma già dal secondo ho inizaito a rendermi conto e mi dava fastidio. I 'buu' mi infastidiscono, non li accetto, perché non sono solo contro di me, per il colore della mia pelle, a volte sono anche contro 'i napoletani', la gente del Sud. Questo mi dispiace molto perché quando sei in un Paese dove tu devi trasmettere un senso di appartenenza e poi fischi contro la gente del Sud, o fai cori razzisti, finisci col contraddirti. Quando ho firmato la gente diceva che l'Italia è molto razzista. Io volevo rendermi conto da solo, non volevo ascoltare la gente, mi piace vedere le cose con i miei occhi. Tra quello che pensa la gente o quello che dice e quello che veramente è la realtà c'è un mondo di differenza. Il mio portiere di casa, che si chiama Ciro, mi ha detto 'Quando arrivi a Napoli piangi due volte: quando arrivi e quando parti'. Io gli ho detto 'Non ho pianto quando sono arrivato ma se un giorno dovrò andare via, spero il più tardi possibile, è sicuro che piangerò'

Ha avuto allenatori come Benitez, Sarri e Ancelotti nel Napoli. Mi dice le differenze tra questi tre allenatori? "Poca e molta. Poca perché s


Tags: ancelotti koulibaly sarri

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