E' un'intervista a 360 gradi quella che Maurizio Sarri fa a Sportitalia in cui parla di tutto, dal suo passato alla Juve alla sua esperienza alla Lazio. Aneddoti, critiche e frecciate con uno sguardo sul futuro.

Sarri e la frase sulla Juventus

Alla Juve ha vinto uno scudetto ma non ha lasciato bei ricordi. Dal rapporto con lo spogliatoio a certe frasi che avrebbe detto e che lui oggi smentisce categoricamente: "Il fatto che la Juve non è allenabile tra virgolette, io non l’ho mai detto. Mi è stato attribuito questo virgolettato, va inserito in un contesto del club che vinceva da otto anni consecutivi. Il campionato veniva dato per scontato, il club faceva passare l’idea che dovessimo vincere la Champions; in realtà in Europa eravamo il dodicesimo fatturato, c’erano undici squadre che spendevano di più. Mi sembrava un po’ troppo ottimistico. Poi che si voglia vincere lo stesso è innegabile, che si sbandieri l’obbligo all’esterno è meno comprensibile”.

Sarri e il paragone con Allegri

Della Juve di oggi dice: "Faccio parte di pochi che vengono dal basso e penso che sia una qualità, ma spesso mi viene rinfacciato. Non si può giudicare l'atteggiamento di un allenatore perché le situazioni bisogna viverle. Della Juve ho fatto una constatazione nei confronti della mentalità della società che ha vinto una Coppa Italia quando il motto è 'vincere è l'unica cosa che conta'. Se avessi fatto come Allegri mi avrebbero dato l'ergastolo? Sicuramente non mi avrebbero trattato benissimo".

Il consiglio a Thiago Motta

Si arriva alla Juve di oggi: "Giuntoli e Thiago Motta sono da ciclo perché Thiago ha idee e Cristiano è un fuoriclasse assoluto. Lui ha grande capacità nella scelta dei calciatori. Penso sia una coppia destinata a fare benissimo. Thiago Motta ha fatto una bellissima stagione. Il Bologna è una squadra giovane e bella. Parlerei anche di Marco Baroni che ha fatto un'annata straordinaria a Verona, raggiungendo una salvezza difficile"

Sarri e il futuro

Sul suo futuro rivela: "A livello diretto ho avuto contatti con una società straniera. Prima di accettare devo vedere prima una decina di partite, ma non sarebbe neanche sufficiente. Volevo capire il contesto. Una settimana o una decina di giorni occorrono per fare valutazioni insieme al mio staff. L'Italia è sempre l'Italia. In questo momento ho qualche responsabilità personale. Vediamo"

Sarri e la festa della Lazio

L'ex tecnico biancoceleste continua: "Mi è dispiaciuto non essere alla festa dello scudetto. La storia di Maestrelli mi ha sempre affascinato in maniera particolare. Sarei venuto alla festa molto volentieri. A De Zerbi consiglio di rimanere in Premier. Il mio è stato un errore tornare in Italia, se tornassi indietro non lo farei. Il Chelsea di Abrahomovic era una realtà in cui era difficile restare più di un anno, ma comunque sarei rimasto nell'orbita degli altri club. I momenti sono decisivi nelle scelte: uno torna a casa, si rende conto che ha bisogno di pensare: quando mi ha chiamato il Nottingham era un momento in cui non sarei andato da nessuna parte perché vivevo una situazione difficile in famiglia"

Da Sarri frecciata all'Inter

Infine capitolo Inter: "Ho seguito poco l'Inter. In passato ho detto che mi piace andare in società in cui c'è la faccia del proprietario. Quella dell'Inter mi sembra una situazione particolare, ma bisognerà farci l'abitudine. Il calcio moderno sta diventando questo. Inzaghi? La sua stagione è stata di grande livello. L'anno scorso hanno fatto una finale di Champions e quest'anno hanno vinto il campionato già nel girone d'andata. Si stanno muovendo bene. L'anno prossimo partiranno un passo avanti a tutti se la squadra resterà questa". 

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