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Juventus, la legge del più forte. Milan, la strada è ancora lunga

21/09/2014 11:26

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Il primo big-match della Serie A ha dato una risposta importante: la Juventus, semmai ci fossero ancora dubbi, è ancora la squadra da battere, la più forte, ha fame e non ha avvertito per niente il truma del passaggio da Conte ad Allegri. Di contro il Milan deve ancora migliorare, e tanto, per aspirare a lottare con bianconeri e Roma per lo scudetto.

La partita di San Siro ha detto anche molto più di quello indicato nel risultato. La superiorità della Juventus è stata schiacciante. Il Milan è stato chiuso per oltre un'ora nella propria metà campo ed a parte una parentesi nella parte centrale del primo tempo non è mai riuscito a fare la partita. Sarebbe anche potuta finire 0-0 ma il campo ha detto che la Juventus ha vinto con merito.

Apprezzabile il tentativo di sacrificio estremo da parte dei rossoneri, tutti, nessuno escluso. Vedere Honda andare a fare il terzino aggiunto è stato sinonimo di una squadra che pende dalle labbra di Inzaghi, un gruppo unito che sta provando ad andare oltre anche i limiti di un organico non ancora al livello di Roma e Juventus ma che, come dice Inzaghi "costituisce una grande base per il futuro". Rami, ieri al posto di Alex, e Zapata sono una sicurezza, abate e De Sciglio anche, il lavoro difensivo migliora a vista d'occhio rispetto alle goleade subite nei test d'estate. Davanti il potenziale è enorme ma solo quando c'è spazio, sulle chiusure repentine del muro juventino l'attacco del Milan è andato in difficoltà, solo Menez è riuscito ad impensiere dal suo lato un non impeccabile Chiellini. Poco tempo per mettersi in evidenza Torres, buono l'impatto di Bonaventura. Il materiale c'è, Inzaghi può fare un buon campionato e togliersi qualche soddisfazione. Il terzo posto, il ritorno in Champions sarebbe un'impresa ma non così irrealizzabile.

La Juventus fa la Juventus da oltre tre anni a questa parte. Inutile rimarcare l'intelligenza di Allegri che non ha stravolto il modulo vincente di Conte ma lo ha pefezionato. Innazitutto con il suo approccio meno aggressivo e stressante nei confronti dei giocatori e poi con delle correzioni che sembrano aver migliorato cioè che sembrava difficilmente migliorabile. Gli zero gol subiti finora sono un segnale importante se si considera l'assenza iniziale di Chiellini e quella perdurante di Barzagli. Anche ieri Ogbonna, entrato subito in partita al posto di Caceres e in ruolo non suo, a destra lui che è sinistro, è stato impeccabile al pari di un Bonucci forse mai così sicuro dei propri mezzi. Più lenta la manovra ieri a centrocampo, ma giocando ogni tre giorni non si può pretendere la luna anche se lo stessi Allegri ha confessato di aver chiesto lui "più pazienza nella costruzione". Insomma un lavoro di fino per bucare l'attenta retroguardia rossonera che ha avuto nel solito Pogba la "testa di ponte" per lanciare l'ennesima perla di Tevez sempre più decisivo: 25° centro in 52 gare ufficiali: dopo Del Piero nessuno poteva pensare che la Juventus avrebbe trovato subito un degno sostituto. Eppure manca Pirlo, non c'è Vidal e nessuno, se non nei particolari del palleggio del regista azzurro, se ne accorge. Marchisio appare sicuro, Pereira, anche per somiglianza è come avere Vidal in campo e poi c'è il faticatore elvetico Lichtsteiner, spina nel fianco sulla fascia per chiunque. La Juve al completo insomma potrebbe anche far paura se non altro per la possibilità di ricambio che quest'anno appare nettamente superiore all'era Conte.

Luca Fusco


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