Juventus, la partita di Pjanic ai raggi X: esperimento trequartista fallito?

Era un po' la partita della verità, ma il test non è stato superato: Miralem Pjanic è uno tra i calciatori apparsi maggiormente sotto tono in questo avvio di campionato nella Juventus. Centrocampista di qualità, dai piedi buoni, in una linea mediana nella quale c'è più che mai bisogno di geometria e sicurezza, è proprio quello che attualmente il bosniaco non riesce a garantire a Max Allegri. Ha cambiato ruolo, ne ha interpretati tre diversi: da regista a interno di metà campo, da interno a trequartista, ieri contro il Lione. Nemmeno il ruolo dietro le punte, una sorta di ritorno al futuro, ha ridato smacco e brillantezza a un calciatore che sta attraversando un momento di forma tutt'altro che esaltante. 

La partita di Pjanic ai raggi X non fa che confermare una prova sotto la sufficienza: perde 4 palloni (peggiore della Juventus in questo, soltanto Ghezzal tra le due squadre ne perde di più), non prova mai il dribbling e non è un punto di riferimento per i compagni. La heatmap dei tocchi evidenzia come la difficoltà maggiore sia quella di trovare una porzione di campo adatta alle proprie caratteristiche. E' ovunque, ma non gli riesce praticamente nulla. 

In sintesi l'esperimento Pjanic trequartista può dirsi almeno per il momento esaurito. Se non fallito quantomeno rimandato in un momento diverso: quando il bosniaco avrà il passo per poter giocare lì, e quando magari avrà in Dybala un valido alleato in quella porzione di campo, perché con un attacco "pesante" il suo impiego lì non è sufficiente. C'è anche l'altra faccia della medaglia: utilizzare il 4-3-1-2 vuol dire sacrificare gli esterni, punto di forza della  Juventus in questa stagione. In un modulo del genere Cuadrado e Alex Sandro non trovano spazio: è un sacrificio accettabile per vedere questo Pjanic?

Giuseppe Andriani