Juventus, Conte: Voglio un’italiana in semifinale dopo 7 anni

Onnivoro come la sua Juventus, Antonio Conte. Il tecnico bianconero, alla vigilia della gara di Europa League contro il Lione, fa capire chiaramente che l’obiettivo della finale da giocare in casa è importantissimo al punto da indurlo a evitare qualsiasi domanda sulla Roma e sul campionato: “Il campionato per me oggi non esiste. Siamo molto concentrati sul ritorno, anche perchè sarebbe prestigioso arrivare in semifinale per la Juventus e non dimentichiamo che sono sette anni che nessuna squadra italiana approda in semifinale, quindi vorremmo essere noi a riportare una squadra italiana in semifinale dopo sette anni. Questo è un dato che deve far pensare". L’allenatore della Juve cambierà qualcosa in squadra ma non vuol sentire il termine turnover: “Qui non si tratta più di pensare di fare turnover o chiamiamole rotazioni, che mi sembra più appropriato. Qui si tratta di schierare la squadra migliore per passare il turno, quindi vediamo che risposta avrà dai calciatori, poi faremo le necessarie valutazioni. Però arrivati a questo punto non si parla più di rotazioni, di turnover, qui si cerca di trovare la migliore chiave di lettura per schierare in questo momento i giocatori che possono dare più garanzie dal punto di vista fisico e anche psicologico. Può anche essere che un presunto titolare in questo momento, per una scelta tecnica possa finire in panchina. Ma non per una rotazione, per una sceta tecnica”. Conte tocca vari temi, da Pogba a Tevez. Sul francese dice: "Sicuramente Pogba ha fatto dei passi da gigante da quando è arrivato da noi, visto che proveniva dalla Primavera del Manchester United. Con noi ha fatto passi da gigante, credo sia migliorato fisicamente, tatticamente e anche tecnicamente. Però sono ultra-convinto che Pogba possa e debba migliorare tantissimo ancora, perchè ha margini di miglioramento importanti e non deve accontentarsi mai". Sulla gestione dell’Apache aggiunge: “Penso ch sia stato abbastanza preservato in quest'ultimo periodo a livello proprio di tempo, nel senso che dopo la squalifica di Napoli ha giocato due partite per 55 e 60 minuti, quindi diciamo che cerchiamo di preservarlo soprattutto a livello di una condizione fisica che ha che fare con un problema al tendine e un affaticamento all'adduttore. Carlos è un giocatore sicuramente importante, un giocatore che ha un proprio peso nella squadra. Tutte le decisioni che prendo le prendo da solo nella mia testa, però spesso e volentieri mi piace confrontarmi con i calciatori: ascolto cosa dicono, però dopo la decisione da prendere spetta sempre a me”.