Juventus, Bonucci ringrazia tutti con una lettera. Tutti tranne...Allegri

C'è la Juventus, intesa come società, c'è il capitano, ci sono i compagni di squadra e ci sono i tifosi. Ci sono (quasi) tutti nei ringraziamenti inviati da Leo Bonucci nella sua lettera d'addio alla Juve, pubblicata sulla Gazzetta dello sport di oggi dopo il trasferimento al Milan, ma non c'è Max Allegri. Non è la prima né l'ultima volta che un calciatore che lascia tra le polemiche fa capire apertamente il bersaglio della sua delusione. Tutti sanno che s'era rotto qualcosa a Oporto, in Champions, e che da quel momento e dall'esclusione del difensore sbattuto in tribuna come uno scolaretto e messo fuori rosa è cominciato il lungo addio di Bonucci alla Juve. Mesi da separati in casa, fino all'ultimo screzio di Cardiff. Ora l'addio e Bonucci scrive: "Sono passate sette stagioni. Sette stagioni di vittorie, di sogni realizzati, di crescita avvenuta attraverso un legame empatico ed eccezionale con la Juve, nella sua assoluta interezza. Sei scudetti, tutti vissuti e conquistati lottando. Rimane certo il rammarico grandissimo per non aver vinto la Champions, maggiore però è l'orgoglio per i successi ottenuti e per aver fatto parte di una grande Famiglia. Ho sempre dato tutto, davvero, fino alla fine. Ho ricevuto, dato e imparato. Quella che oggi vedo guardandomi indietro è comunque una splendida storia, degna di concludersi nel pieno rispetto e affetto, senza intaccare ciò che ho vissuto insieme alla Società, al Capitano, ai compagni e ai tifosi. Una splendida storia. Grazie di tutto, Juve". OA Bonucci via social sono arrivati anche gli auguri di Buffon: “Compagni di squadra e di viaggio. Abbiamo percorso un pezzo di strada insieme. Una strada vincente”. Bonucci ha risposto postando un'emoticon con un'occhiolino e scrivendo: Mi mancherai anche tu. Grazie per per le vittorie condivise, per le battaglie vinte e anche per quelle perse. Ci vediamo in Nazionale”. Con Allegri, invece, si rivedranno solo in campo. Da avversari, stavolta però con due squadre diverse.

Stefano Grandi