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Juventus, Allegri sempre più lontano dall'Italia: ecco perchè andrà via

14/03/2017 10:02

Juventus, Allegri sempre più lontano dall'Italia: ecco perchè andrà via |  Sport e Vai

JUVENTUS ALLEGRI –

L'impressione è che ogni volta che Allegri parli la distanza tra il tecnico della Juventus e la serie A italiana diventi sempre più ampia. Da mesi l'allenatore bianconero rimbalza le domande sul suo futuro ("ho un contratto ma conta il presente, pensiamo a vincere"), da mesi si fa scivolare addosso le voci su Arsenal, Barcellona e tante altre big d'Europa che gli fanno la corte e da mesi lascia col fiato sospeso i tifosi della Juve che temono di perdere il timoniere che ha saputo dare continuità al lavoro di Conte e fare ancora meglio in Champions. Allegri a fine stagione però lascerà la Juventus quasi sicuramente e non perchè dopo il sesto scudetto di fila sempre più probabile (il suo terzo consecutivo) potrebbero venire a mancare gli stimoli. Vincere aiuta a vincere da sempre, ma Allegri è sempre meno attratto dal calcio italiano e dai suoi veleni e sempre più affascinato dall'idea di andare a fare un'esperienza all'estero.

JUVENTUS ALLEGRI POLEMICHE – Tutte le polemiche di questa stagione saranno alla fine decisive nella sua scelta di andar via. Prima le accuse al "brutto gioco" della sua Juve, poi i veleni sugli arbitri, le critiche e l'atmosfera sempre più violenta che si respira in serie A sugli spalti come in campo o tra i media. Illuminanti le parole dette ieri in conferenza per presentare la gara con il Porto che dovrebbe promuoverlo ai quarti. I muri dello spogliatoio bianconero imbrattati con offese dai milanisti dopo la partita di venerdì scorso allo Juventus Stadium non ha voluto commentarli ("non li ho visti") ma tutto il resto sì: "Credo che il calcio italiano debba prendere un indirizzo completamente diverso, perché non siamo di buon esempio, anzi siamo ai limiti della follia. Nella vita ci sono delle regole, servono educazione e rispetto. I bambini delle scuole calcio continuano a vedere e a imparare una serie di cose che non vanno bene. Se vogliamo intraprendere un percorso diverso, bisogna fare e non parlare". Accuse precise e poi ribadite: "Ma in Italia si promette e poi si fa il contrario. I numeri della Juventus - 23 vittorie, 1 pari e purtroppo 4 sconfitte - non sono attaccabili. I 17 punti di distacco dal Milan ci sono tutti e quella di venerdì è stata una delle pochissime volte in cui la sfida non è stata equilibrata. Se guardiamo tutti gli episodi, da agosto a oggi, non la finiremmo più: ormai la gente va allo stadio e si fomenta. E se poi succedono dei casini è normale». Già dopo le polemiche infinite della gara di semifinale col Napoli in coppa Italia Allegri aveva invano invitato alla calma: "Si parla e ci si lamenta solo degli errori a sfavore ma quando arrivano sbagli arbitrali a proprio vantaggio nessuno fiata". Questione di cultura sportiva, insomma, e ad Allegri il vestito della serie A italiana va sempre più stretto. La sua ironia british si sposa meglio con la Premier insomma, dove pure non mancano polemiche (e gossip) ma dove tutto viene vissuto con una leggerezza diversa, dove le moviole non imperversano, dove il pubblico è meno facinoroso, dove non si vive sette giorni su sette di veleni e sospetti. La ciliegina sulla torta bianconera potrebbe essere proprio la Champions: tornare a giocarsi una finale (e magari vincerla) potrebbe essere il passo d'addio di Allegri. Senza troppi rimpianti, perchè visto con altri occhi questo calcio italiano è davvero malato.

Stefano Grandi


Tags: juventus allegri champions

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