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Juve, Vlahovic si confessa e fissa gli obiettivi

19/05/2022 19:17

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Intervenuto alla presentazione del suo libro Vlahovic, non finisce qui durante il Salone del Libro di Torino, l'attaccante della Juventus, Dusan Vlahovic, ha parlato un po' di tutto, dagli esordi, fino ai primi mesi in bianconero, lasciandosi andare a confessioni molto interessanti, tra passato, presente e futuro.

In merito agli esordi, il serbo ha rivelato:

Ho iniziato in Serbia, dove fin da piccolini ti danno in mano una palla. Non stavo mai fermo. All'inizio ho praticato basket, che è la mia passione. Poi, davanti ai palazzi in cui vivevamo ho iniziato con il calcio e mia madre mi ha portato a fare i primi allenamenti

Come possono migliorare?

L'ho detto anche durante la presentazione: il Dna della Juve mi piace. C'è voglia di combattere, di non mollare e di spingersi oltre il limite... fino alla fine. Sono un po' così anche io. Mi piace lavorare e fare, sopratutto perché quando smetto non voglio avere rimpianti. Questo è il mio lavoro, vero sono un privilegiato, ma non vedo perché debba essere diverso. Si può sempre fare meglio. Fai qualcosa di straordinario? Bene, fai in modo di esserne consapevole e soddisfatto, ma non esagerare. Non mi piace parlare di me come campione, devo ancora fare tanta strada e migliorare. Spero di diventare un campione e darò tutto per farlo.

Sul rapporto con Cesare Prandelli, Vlahovic rivela:

Parlare di Prandelli mi emoziona sempre. Mio padre mi diceva che non avrebbe mai fatto ciò che ha fatto lui per me. Ci sentiamo spesso e non posso che ringraziarlo tanto. Ha rappresentato proprio quello di cui avevo bisogno. Mi ha sempre spinto e supportato. Lo ringrazierò per sempre e per lui io ci sarò sempre. Finora, è l'uomo sportivo più importante che abbia incontrato... è uno vero.

Sul rapporto con Federico Chiesa, in attesa di ritrovarsi finalmente in campo:

Abbiamo vissuto tre anni insieme alla Fiorentina e, per fortuna, ora siamo ancora insieme. Si è infortunato quando sono arrivato e spero torni il prima possibile. Speriamo di ritrovare la nostra intesa sul campo, come è stato a Firenze. Non vedo l'ora di giocare, lottare e vincere insieme a lui. Paura? No, nel calcio non ne ho. Fa tutto parte del gioco. Se dai tutto te stesso, poi i risultati ti premiano. Le paure non ci sono, resta un gioco, divertimento, e dobbiamo farlo serenamente. Nella vita, invece, è normale, siamo umani, ma non sono paure, più cose legate alla famiglia a cui non voglio nemmeno pensare. In ogni caso, dobbiamo sempre andare avanti con il sorriso, anche se abbiamo paura, dobbiamo affrontarla e andare fino alla fine.

Poi, sulla "prima" in Champions e il primo gol nella competizione:

La prima la ricordo poco... ero piccolino, me l'ha raccontata mio papà, era Milan-Liverpool 3-3. Sono andato a letto convinto avesse vinto il Milan. Avevo 5 anni, questa penso sia stata la mia prima. Stare al centro del campo sentendo l'inno della Champions è un sogno. C'è un'atmosfera diversa. Non avevo questa esperienza, non la ho ancora, in verità. Per me è stato qualcosa di speciale. Ero orgoglioso di me e mi sono detto "Ecco, ci siamo! Andiamo avanti, non ci possiamo fermare". E' stato da brividi. Il gol? Quando fai gol, ogni gol, provi un'emozione forte e rara, che vorrei provare a lungo. Speriamo di giocare ancora tantissime gare in Champions.

Sul futuro:

Non lo so, non guardo mai troppo avanti. Ho i miei obiettivi, che tengo per me... chiari, in testa... Non mi piace parlare di queste cose e che se ne scriva. L'obiettivo con la Juve è quello di tornare sulla strada giusta e vincere. Perché sappiamo tutti che la Juve vincerà sempre e per sempre. Dobbiamo vincere, c'è poco da aggiungere. Conta solo quello. Pressioni? No, le pressioni sono altre: una famiglia che lavora non sapendo se arriverà alla fine del mese, questa è la pressione. Noi giochiamo a calcio, ci divertiamo e proviamo a  far felici quante più persone possibile. Ho inziato per passione e per rendere orgoglioso chi mi guardava. Sono felicissimo. La mia vita sta andando bene e sono sano. I miei stanno bene, così come tutte le persone che mi circondano. Questo è l'importante. L'affetto del pubblico mi dà una spinta in più. Quando sei stanco e non ce la fai, ti permette di fare cose che non puoi nemmeno immaginare. Sono felicissimo di essere alla Juve. Ho voluto fortemente essere alla Juve e spero di raggiungere altri obiettivi e vincere. Tutto qui. L'Italiano? Ho imparato il più possibile, quando arrivi in un paese nuovo, imparare la lingua è il minimo che può fare.


Tags: juventus chiesa Vlahovic

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