Juve, Marotta: C’è chi può spendere 80 milioni per Pogba

Il futuro di Pirlo e Pogba, le ambizioni europee e le scelte di mercato sono stati i temi affrontati dal dg della Juventus, Beppe Marotta, intervenuto a Radio deejay. Sulla possibilità di cedere il centrocampista francese ancora la massima incertezza: “Il valore di Pogba dipende dai potenziali acquirenti. Lui ne ha tanti, siamo noi che non apriamo la discussione perché se vogliamo alzare l'asticella dobbiamo puntare su calciatori come lui. Ci sono sicuramente squadre disposte a spendere 70-80 milioni di euro. Per quanto riguarda Pirlo, Andrea ha dato molto alla Juventus, ha un contratto fino al 2016 e quando deciderà di smettere lo rispetteremo, anche se la speranza è che voglia restare con noi anche oltre questa scadenza”. La Juve si sta dimostrando la società più attenta ai talenti italiani: "Dopo gli anni di difficoltà post Calciopoli ora siamo tornati a vincere in Italia. Se ci si vuole confrontare con i top club servono giocatori di spessore. Dybala è un giovane di grande valore, ma noi stiamo guardando anche ciò che c'è attorno per mettere su un reparto offensivo di spessore. Abbiamo Zaza, Berardi, Morata, abbiamo dovuto fare una scelta dando via Gabbiadini, non potevamo avere troppi calciatori in quella fascia d'età. Servivano calciatori pronti". Anche Verratti poteva essere juventino: “Avevamo dei contatti in quell'estate in cui è andato al Paris Saint-Germain, ma avevamo appena preso Pogba e avevamo altre contingenze. Poi è arrivata l'offerta di Leonardo e non siamo riusciti a pareggiarla, ma la trattativa era ben avviata". Dopo un breve passaggio sulla trattativa estiva con Allegri ("Eravamo in un momento di difficoltà e abbiamo immediatamente contattato lui. È stata un'operazione lampo, conclusa nel giro di 24 ore") Marotta ammette: “La partita con il Borussia Dortmund rimane  sicuramente un pensiero fisso, ma il pensiero di oggi è alla gara delle 18 di oggi contro il Palermo. Vincere non è mai facile né scontato. Quando tutto sembra scontato si rischia di diventare vulnerabili". Stefano Grandi