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Inzaghi, Lautaro e chi porta il mate: Correa racconta tutto

10/02/2022 12:43

Inzaghi, Lautaro e chi porta il mate: Correa racconta tutto |  Sport e Vai

Joaquin Correa si racconta a 360 gradi e senza filtri nel nuovo episodio di Careers, su Dazn. L'attaccante dell'Inter, attualmente fermo ai box per un infortunio, ha ripercorso le tappe più significative della sua carriera: 

"Non so se da piccolo fossi il più bravi, eravamo tanti a giocare: ero quello a cui piaceva di più sicuramente. Ho sempre fatto il trequartista, ho iniziato lì: poi sono andato di qua e di là ma è stato sempre quello il mio ruolo. Mi chiamano Tucu sin da piccolo, tutti quelli che partono da lì e vanno a Buenos Aires, vengono chiamati così. La mia seconda partita all'Estudiante è stata bellissima perché era l'ultimo giorno di Veron. C'era una festa bellissima, tutti aspettavano la sua uscita dal campo e sono entrato io al suo posto. Questa foto la tengo a casa, è stato bellissimo. Juan è stato più di un grandissimo giocatore, mi ha aiutato tanto non solo nel calcio. Insegnava tanto ai ragazzi, è stato importantissimo per me. Quando sono venuto all'Inter mi ha fatto i complimenti dicendomi che ho fatto bene e ho scelto la squadra giusta per me. Lo ringrazio ancora".

Poi il passaggio alla Sampdoria:

"Esperienza bellissima, ho imparato tanto. Ho avuto qualche infortunio e ho dovuto cambiare metodo negli allenamenti, però mi sono portato tante cose belle. Ho avuto compagni come Eto'o, tantissimi giocatori che mi hanno aiutato dentro e fuori dal campo. Non so se fossi pronto, volevo venire in Europa a tutti i costi e piano piano sono riuscito a crescere: ogni passo è stato importante. Eto'o? Un giocatore pazzesco, era a fine carriera ma dava tanti consigli: un grandissimo. Alla Samp sbagliai un gol clamoroso contro l'Inter: ero già interista (ride, ndr). Una giornata bruttissima, ero da solo a Genova ed è stato bruttissimo. Sono le cose che ti fanno imparare, può capitare a chiunque e ho continuato a lavorare".

Quindi il Siviglia:

"Affrontare il Real Madrid è stato bellissimo, al Siviglia giocavamo un bel calcio: ci siamo giocati la Liga fino alla fine. Eravamo tanti argentini, ho imparato tanto. Io giocavo più esterno, mi trovavo pure bene: era un altro calcio, più tattico e più complesso in tante cose. Ma sono cresciuto tanto e ho capito tanto sul calcio europeo. C'è bisogno di tanta preparazione ma devi mettere tutto quello che hai da quando eri piccolo, il giocatore si fa quando comincia a giocare per strada: è quello che ti dice chi sei".

Sull'incontro con Inzaghi:

"Quando abbiamo vinto la Supercoppa in Arabia con la Lazio è stato bellissimo, avevamo già vinto la Coppa Italia e stavamo anche lottando per lo scudetto. Poi ci siamo fermati per il lockdown, ma i ricordi sono molto belli. Ci metti tanto per giocare le finali e battere la Juve con quella personalità. Inzaghi mi lascia fare il mio calcio, tiene tanto alla fase difensiva e vuole che noi attaccanti stiamo sempre sul pezzo: mi chiede sempre di puntare, mi piace perché mi lascia essere me stesso. A Roma mi hanno trattato molto bene: tre anni bellissimi che porterò sempre nel cuore. La gente mi ha fatto sentire sempre a casa".

Grande emozione la Copa America vinta con l'Argentina:

"Una cosa grandissima, da tanto tempo non si vinceva in Argentina e battere il Brasile in casa sua è stato bellissimo. C'è un gruppo forte che ha lottato per una cosa che voleva tutto il paese: per noi è stata una delle gioie più grandi, troppo importante".

Infine l'Inter, dal rapporto con Lautaro a quel provino fatto da ragazzino:

"È fantastico giocare con lui, abbiamo un bellissimo rapporto: è importante trovarci bene. Ci aiuta tanto giocare insieme all'Inter e in nazionale, tutti e due vogliamo vincere. Chi prepara il mate? Sono io quello che lo porta sempre: magari si arrabbia ma è così. Il provino con l'Inter? Ero un ragazzino che aveva il sogno di poter venire qui, non è successo: poi con gli sforzi ci sono arrivato lo stesso e ora sono un uomo con esperienza. La foto con Zanetti mi fa restare coi piedi per terra perché stavo sognando, ora che sono qui la apprezzo di più. È stato un punto di partenza di un sogno, è bello guardare indietro ma penso sempre al futuro".


Tags: inter Joaquin Correa lautaro martinez

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