Inter, Thuram rivela i suoi segreti e spiega come nasce il suo ruolo

Lautaro ancora lo prende in giro per la finale Mondiale vinta dall'Argentina sulla Francia ma per Marcus Thuram il Toro resta il partner ideale. L'attaccante dell'Inter si confessa al Corriere della Sera e rivela i suoi segreti

«Dormo tanto, sulle 14 ore al giorno. Ma dopo le partite faccio più fatica, soprattutto quando vinciamo. Sorrido sempre perché sono così da quando ero piccolo: felice della vita, di tutto. E ancora di più in campo, coi miei compagni, a fare quello che amo di più. Non a tutti però piaceva questa mia allegria e si facevano sempre paragoni. Crescere con mio padre è stato bellissimo, ma non è stato un vantaggio».

Sul suo ruolo dice

«Da quando ero piccolo tutti mi dicevano che un giorno sarei stato un numero 9, ma a me non piaceva molto: volevo stare sull’ala, dribblare, prendere la palla. L’anno scorso a inizio stagione ho avuto una discussione con mio padre: ci siamo detti le cose e ho scelto di giocare centravanti. Se mi ispiro a Benzema? A me piace molto, è un’ispirazione di sicuro. E un giorno vorrei arrivare al suo livello: ci provo. All'Inter ho imparato tantissimo e spero di imparare ancora tanto: posso crescere dappertutto, nel dribbling, nella corsa, nella difesa, nel tiro. Mi fermo spesso dopo l’allenamento a fare del lavoro extra, sul campo e con i video».

Sulla vicenda di razzismo che ha visto coinvolto Maignan rivela

Mike l’ho sentito. Quello che è successo è qualcosa di brutto, ma non qualcosa di nuovo. Uscire dal campo è stato il gesto giusto, anche delle squadre. Speriamo che si possa progredire, perché sono cose che si ripetono da tempo e niente sembra cambiare».