Inter, se ci sei batti un colpaccio: Borja Valero non basta

A sentire ogni giorno degli acquisti in serie del Milan, ma anche delle mosse della Juventus, dei proclami del Napoli e delle ambizioni della Roma, un po' di fastidio c'è in casa Inter. Perchè al di là delle speranze e delle mille trattative messe in piedi da Sabatini e Ausilio l'impressione è che i nerazzurri godano di un credito non ancora supportato dai fatti in chiave campionato. Tutti inseriscono anche l'Inter nel lotto delle pretendenti ai piani alti ma per legittimare queste ambizioni è opportuno muoversi sul mercato. L'arrivo di Spalletti è di certo una garanzia ma lo stesso tecnico ha chiarito tutto dal primo giorno: “mi sono state fatte delle promesse, se non verranno mantenute verrò in prima persona a dire tutto”. Una maniera per dire senza mezzi termini che non si possono pretendere miracoli da lui, visto che da anni e nonostante tanti allenatori (da Mazzarri a Mancini, da De Boer a Pioli) da queste parte non si vince niente e finanche accedere all'Europa League diventa una conquista faticosa. Non possono bastare l'arrivo di Borja Valero e del promettente Skriniar oltre ai diversi giovani talenti che arricchiscono la rosa per puntare in alto. Inter, se ci sei batti un colpo. Anzi un colpaccio perchè mentre sono già via Jovetic e Banega e presto potrebbero salutare Brozovic, Joao Mario e Perisic, c'è l'urgenza di mettere a disposizione di Spalletti giocatori importanti. Leggere dell'interessamento per Nainggolan o Vidal o Keita non basta, né tantomeno sapere che Dalbert e Diop, Inigo o Mina sono nel mirino. Spalletti si aspetta che uno almeno dei big promessi arrivi e subito. Il ritiro rischia di essere monco se poi devi allenare chi andrà via (come Ranocchia, Gabigol e gli altri) o provare Murillo terzino sapendo che giocherà (se giocherà) sempre centrale. Suning deve dare una dimosrazione di forza e insieme una risposta sia ai cugini spendaccioni che stanno dragando il mercato, sia al campionato. Il tempo c'è, sia chiaro. Ma l'Inter non può permettersi di sprecarlo.

Stefano Grandi