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Insigne, l'azzurro Italia non è l'azzurro Napoli. E Ventura non è Sarri

03/09/2017 09:00

Insigne, l'azzurro Italia non è l'azzurro Napoli. E Ventura non è Sarri |  Sport e Vai

La maglia numero 10, quella che nel Napoli non si può mettere perchè è e resterà di Maradona. Il Santiago Bernabeu dove già aveva giocato e segnato (al Real Madrid). L'importanza di una gara decisiva per andare ai Mondiali. Tutto spazzato via dalla furia rossa delle furie rosse. La Spagna è parsa tre categorie sopra l'Italia e per Insigne quella che doveva essere una notte di gloria, dove finalmente prendersi anche l'Italia dopo essere diventato leader nel Napoli, si è trasformata in un incubo. L'uomo che “altera gli equilibri”, per citare proprio Ventura, il talento purissimo di una nazionale che grandi campioni non ha, è annegato nel tiki-taka iberico. Un paradosso, visto che nel Napoli è abituato a giocare proprio così. Ma l'Italia non è il Napoli e Ventura non è Sarri. Il ct lo ha impiegato largo a sinistra con il poco diligente Spinazzola alle spalle e De Rossi distante anni-luce, mandandolo allo sbaraglio più come terzino che come attaccante aggiunto. Senza la presenza di Ghoulam sulla catena sinistra, senza il dai e vai con Mertens, senza gli inserimenti senza palla di Callejon e senza la rassicurante presenza della ragnatela tessuta da Hamsik, l'equilibrio Insigne non l'ha alterato. E di equilibrio in Spagna-Italia ce n'è stato davvero poco perchè già prima della punizione di Isco dell'1-0 si era capito che sarebbe tirata una brutta aria per gli azzurri. Quell'azzurro Nazionale non aveva alcuna somiglianza con l'azzurro Napoli cui Lorenzo è abituato e dove gioca a memoria. Ieri a Madrid c'era da improvvisare, non da recitare in uno spartito mandato a memoria. Solo amarezze, dalle parole di Rivera (“ormai la 10 la porta chiunque, non è più come una volta, capita che la indossino anche i portieri”) cui Insigne ha replicato stizzito nel post-partita («Le critiche le lascio agli altri. Io cerco di dare sempre il massimo e di dimostrare quello che valgo sul campo. Certo nelle altre partite che avevo giocato con la maglia numero 10 dell’Italia tutti mi avevano esaltato…») alla bocciatura in pagella. Quello però non era il vero Insigne. Ed è uno spreco che il giocatore più talentuoso di questa Italia non venga messo nelle condizioni di esprimere il suo gioco. Era un'occasione irripetibile, una vetrina internazionale per mostrare al mondo (anche a quella Spagna che pure, leggasi Barcellona, lo aveva cercato con interesse) quanto fosse cresciuto l'ex scugnizzo di Frattamaggiore ma è andata malissimo. Fortuna che c'è sempre l'azzurro Napoli. E che al rientro troverà Sarri e non Ventura.


 Stefano Grandi

 

 


Tags: napoli ventura insigne

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