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Il Siviglia fa 7 su 7: il racconto di tutti i successi andalusi in Europa League

05/06/2023 11:02

Il Siviglia fa 7 su 7: il racconto di tutti i successi andalusi in Europa League |  Sport e Vai

Sono passati cinque giorni dalla finale di Budapest, ma il nostro stupore resta immutato dinanzi a una squadra, il Siviglia, capace di conquistare ancora una volta - la settima negli ultimi 17 anni, un numero talmente assurdo da sembrare irreale - l'Europa League. Com'è possibile che un club che fino a poco tempo fa aveva la propria bacheca internazionale vuota sia diventato, tutto a un tratto, tra i più vincenti del calcio europeo degli ultimi vent'anni? Il tutto senza mai spendere cifre folli, con costi contenuti e un collettivo che, nel corso degli anni, ha visto tanti ottimi giocatori ma pochi campioni veri e propri. Insomma, da dove nasce questo inspiegabile feeling del Siviglia con la seconda competizione UEFA più importante?

Per scoprirlo bisogna fare un salto indietro nel tempo e tornare alla stagione 2005-06. Il Siviglia, all'epoca, era da poco tornato nella massima serie spagnola: aveva perso i due giocatori simbolo della sua rinascita (il canterano José Antonio Reyes, ceduto all'Arsenal, e il trequartista brasiliano Julio Baptista, passato al Real Madrid), ma - grazie ai sacrifici del presidente José María Del Nido, alle intuizioni del DS Monchi e alla competenza del tecnico Juande Ramos - era riuscito comunque a costruire una rosa valida. Uno strano mix che comprendeva senatori sevillani dal passato quasi oscuro (il portiere Andrés Palop, il capitano Javi Navarro, il terzino sinistro David Castedo, il metronomo Martí), giovani promettenti cresciuti in casa (Jesús Navas, Antonio Puerta, Kepa), attaccanti di spessore in cerca di rilancio (Javier Saviola, arrivato in prestito dal Barcellona, e l'elegante franco-maliano Frédéric Kanouté) e infine brasiliani a quel tempo non troppo reclamizzati (Dani Alves, Adriano, Renato) o reduci da un primo impatto negativo con il calcio europeo (Luis Fabiano). In Europa quel Siviglia si rivela un rullo compressore: arriva in semifinale dopo aver travolto un avversario dietro l'altro, ma contro lo Schalke 04 rischia grosso. Al termine di una doppia sfida epica e tesissima, quando i rigori sembrano ormai inevitabili il giovane Puerta fa esplodere un sinistro che si infila nell'angolino. Con il senno di poi, si tratta del gol che cambierà per sempre la storia europea del Siviglia. La finale, contro il Middlesborough, è una pura formalità: finisce 4-0, con grande protagonista il nostro connazionale Enzo Maresca, autore di una doppietta in una serata indimenticabile. Quel gruppo si toglierà poi lo sfizio di conquistare anche la Supercoppa Europea, travolgendo il Barcellona di Ronaldinho con un clamoroso 3-0: un trofeo che, curiosamente, la formazione andalusa non alzerà più, perdendo in seguito ben cinque finali.

Se vincere è sempre difficile, ripetersi lo è ancora di più: questo non vale, però, per il Siviglia di Juande Ramos, capace di bissare il successo in Coppa UEFA anche nel 2007, al termine di un'annata spettacolare, probabilmente la migliore di sempre per il club andaluso, che sfiora un irripetibile Triplete: vince infatti anche la Copa del Rey e rimane in corsa fino all'ultima giornata nella Liga, che aveva comandato a lungo. Il cammino europeo è anche in questo caso esaltante, costellato da momenti leggendari come il gol del portiere Palop nell'ottavo di finale con lo Shakhtar o il brillante successo ottenuto a White Hart Lane - grazie alle reti del russo Kerzhakov e di Kanouté, poi premiato come Calciatore Africano dell'Anno - contro il Tottenham, in quella che era una sorta di finale anticipata. Per alzare la sua seconda Coppa UEFA il Siviglia deve poi superare un inconsueto doppio derby spagnolo, sbarazzandosi prima dell'Osasuna in semifinale e infine dell'Espanyol nell'ultimo atto, con un altro successo entusiasmante arrivato questa volta ai rigori, con Palop eroe della serata.

Proprio sul più bello, però, qualcosa si inceppa. Una serie di eventi negativi colpisce infatti il club andaluso a partire dalla stagione successiva, che pure era iniziata sotto i migliori auspici (con l'eclatante 5-3 rifilato al Real Madrid al Bernabeu nel ritorno della Supercoppa spagnola). Sul Siviglia si abbatte prima la tragedia legata alla scioccante scomparsa di Puerta, colpito in campo da un arresto cardiaco; poi l'allenatore Juande Ramos, a stagione già avviata, decide di accettare la ricca offerta del Tottenham, una mossa azzardata che di fatto gli rovinerà la carriera; infine, il lungo tira e molla tra Dani Alves - autentico trascinatore della squadra - e la dirigenza andalusa termina con la cessione record del brasiliano al Barcellona per oltre 30 milioni di euro. Dulcis in fundo, si aggiungono anche i guai giudiziari del presidente Del Nido, che dopo aver lasciato la carica di presidente nel 2013 finirà pure in prigione. Seguono quindi anni di relativo ridimensionamento, nei quali il Siviglia - pur confermandosi comunque come una squadra di vertice nella Liga - non riesce più a ripetersi a quei livelli. Fino al 2014.

Con l'arrivo in panchina di Unai Emey, si riaccende improvvisamente l'antica fiammella e il Siviglia torna a essere una macchina da guerra in Europa. O meglio: in Europa League. Se infatti in Champions la squadra non riesce mai ad andare oltre agli ottavi, uscendo anzi spesso ai gironi, nella seconda competizione europea la musica cambia radicalmente. Guidato da Emery, il Siviglia si aggiudica infatti il trofeo per addirittura tre anni di fila. Cambiano i protagonisti in campo: tra i punti di forza della squadra spiccano il portiere Sergio Rico, gli argentini Nico Pareja ed Éver Banega, registi rispettivamente di difesa e di centrocampo, il polacco Krychowiak a reggere l'intero centrocampo, il terzino sinistro Fernando Navarro, l'instancabile laterale Vitolo e i prolifici attaccanti Kevin Gameiro e Carlos Bacca. Senza dimenticare, naturalmente, il figliol prodigo Reyes, tornato a casa dopo una serie di esperienze in cui il suo talento si era acceso soltanto a intermittenza. Nel 2014 il Siviglia si aggiudica il trofeo ancora una volta ai rigori, a Torino contro quel Benfica che aveva eliminato la Juventus in semifinale. L'anno dopo arriva lo scoppiettante 3-2 contro gli ucraini del Dnipro, con mattatore il futuro milanista Bacca. Ancora più entusiasmante il terzo successo di fila, ottenuto per 3-1 in rimonta contro il favoritissimo Liverpool di Klopp.

Gli ultimi due trionfi europei del Siviglia, quelli più recenti, ce li ricordiamo bene, perché hanno fatto piangere due tifoserie italiane: quelle di Inter e Roma. Episodi come la sfortunata autorete di Lukaku nel 2020 o le controverse decisioni arbitrali della finale di pochi giorni fa rivelano come al Siviglia, in quella che è diventata a tutti gli effetti la sua coppa, giri anche tutto bene. Evidentemente, però, non si può ridurre tutto alla "fortuna": lo strano caso del Siviglia meriterebbe dunque di essere studiato per cercare di capire qual è il segreto dei suoi successi europei. Di sicuro lo conosce il capitano Jesús Navas, che con la maglia andalusa ha alzato il trofeo per quattro volte, dedicando le ultime due vittorie ai suoi ex compagni Puerta e Reyes, che da lassù continueranno a guidare il Siviglia verso nuovi traguardi.

Alberto Farinone


Tags: Roma europa league siviglia

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