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Il pm di Calciopoli risponde a Report: I fatti non si possono alterare

21/04/2023 20:36

Il pm di Calciopoli risponde a Report: I fatti non si possono alterare |  Sport e Vai

Il servizio di Report dello scorso lunedì ha offerto un diverso punto di vista sui fatti di Calciopoli, rivisitando la storia e i retroscena dello scandalo che travolse il calcio italiano e in particolare la Juventus.

Ma Pino Narducci, pubblico ministero della Procura di Napoli che all'epoca dei fatti faceva parte dell'accusa, è sobbalzato alla vista dell'inchiesta mandata in onda sui fatti del 2006, e ha deciso di scrivere una lettera a Rai 3 in cui ha voluto puntualizzare come sono andati i fatti.

Il servizio “C’era una volta Calciopoli”, andato in onda lunedì 17 aprile nella trasmissione “Report”, evoca alcune vicende già trattate nel corso dei processi al termine dei quali – ma il servizio dimentica di dirlo – le sentenze irrevocabili hanno sancito che, nel calcio professionistico italiano, operava una associazione per delinquere (le tracce di questa attività risalgono al periodo 1999/2000) che aveva condizionato il campionato di serie A 2004/05 e che, contrariamente a quanto affermato testualmente dal conduttore della trasmissione (“…tuttavia, 17 anni dopo, è emerso che nessuna partita era stata condizionata”) durante quella stagione vennero alterati i risultati di alcuni incontri, cioè vennero commessi i reati di frode sportiva.

Il PM ha poi specificato riguardo la prescrizione: 

Insomma, un esito giudiziario concreto e molto significativo, ben diverso da quello delineato dal conduttore secondo il quale, alla fine, l’indagine avrebbe prodotto un evanescente risultato poiché la posizione dei singoli si sarebbe risolta con “assoluzioni, prescrizioni e sospensioni di condanna”. Eppure, a me risulta che la prescrizione si dichiara solo dopo che il giudice ha accertato che qualcuno ha sicuramente commesso un reato e che la sospensione di condanna, noi tecnici la chiamiamo sospensione della pena, è un beneficio che si concede, ovviamente, non all’innocente, ma alla persona che è stata condannata! Sarebbe stata sufficiente una lettura, anche superficiale, dei provvedimenti giudiziari per fornire una informazione corretta ed esaustiva su questo come su altri aspetti.

Narducci ha poi ricostruito come è nata Calciopoli:

Per quanto riguarda la genesi della indagine, Calciopoli è sorta nelle stanze della Procura nel Centro Direzionale di Napoli, come naturale prosecuzione di quella sulle scommesse illecite in serie A e B nel 2003/04 e su alcuni arbitri della sezione romana. Quindi, certamente non nei lussuosi uffici di amministratori delegati di grandi imprese del Nord.

Se si leggono le carte processuali si scopre che non è mai avvenuto alcun sequestro illegittimo di schede all’estero perché senza rogatoria. I giudici, proprio rispondendo alle obiezioni dei difensori degli imputati, hanno scritto chiaramente che non c’è stata alcuna violazione delle regole sulla rogatoria internazionale e del trattato di assistenza italo-svizzero.

Infine, il PM conclude così:

Quanto a me, sarebbe emerso quello che tutto il mondo conosce da sempre, cioè che sono un tifoso del Bologna e che lo stadio dove qualcuno può incontrarmi è, semmai, quello intitolato a Renato Dall’Ara. Addirittura, quando Filippo Beatrice lasciò l’ufficio della Procura di Napoli, il suo posto nel dibattimento Calciopoli, tra le fitte schiere di magistrati super tifosi partenopei ansiosi di rimpiazzarlo, venne preso dal collega Stefano Capuano, noto sostenitore della Sampdoria. In definitiva, i fatti posseggono una straordinaria attitudine: non si prestano ad essere alterati con facilità. Anche quelli che riguardano la storia, limpida, della indagine sul calcio della Procura di Napoli.


Tags: juventus calciopoli Report

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