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Il Milan ad Atene, Inzaghi ricorda la Champions 2007: Pazzesco

02/11/2017 09:53

Il Milan ad Atene, Inzaghi ricorda la Champions 2007: Pazzesco |  Sport e Vai

Dici Milan ad Atene ed il pensiero va alla Champions League vinta nel 2007, la rivincita contro il Liverpool di Benitez dopo la beffa di Istanbul di due anni prima. Il ricordo è affidato al protagonista di quella sfida, Pippo Inzaghi. L’ex attaccante rossonero, che segnò la doppietta decisiva nella finale in Grecia, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, apre il cassetto dei ricordi: “Quando penso all’Olimpico penso a qualcosa di straordinario. Io non ci sono più tornato, anzi non sono proprio più tornato ad Atene e mi auguro di poterlo fare, ovviamente da allenatore. Sarebbe una grande emozione. Mi auguro che l’Olimpico sia di buon auspicio per il Milan e che da lì possa ripartire per tornare in alto. Ricordi di quella partita? Mi è rimasto impresso il campo, davvero bello. E il tunnel che porta al campo. Non finisce mai, ci vuole una vita per sbucare fuori. E poi gli spogliatoi, grandissimi. Ma credo che una finale di Champions amplifichi tutte le sensazioni... Ricordo l’invasione di campo di mio papà e mio fratello, il taglio della torta con Berlusconi, la coppa che ho portato dagli spogliatoi al pullman e... anche il rammarico per non averci dormito insieme. Beh, dormire in realtà è una parola grossa. La prima notte ho dovuto prendere un sonnifero e nelle successive dieci, giuro che non sto scherzando, non ho proprio dormito. Mi svegliavo di continuo pensando sempre di sognare. Poi vedevo sul comodino la targa vinta come miglior giocatore della partita e capivo che era tutto vero. A quella targa tengo da morire: tempo fa mi hanno rubato in casa a Milano ed è stata la prima cosa che ho cercato. Potevano prendermi tutto, ma non quella. Per fortuna non l’avevano presa”. Inzaghi non era sicuro di giocare titolare quella sera: “Il giorno prima Ancelotti mi prese da parte e mi disse: ‘Non ho dubbi, giochi tu’. Però non stavo bene, ero mezzo stirato e quindi avevo addosso una pressione enorme. Pensavo: se nella prima ora di gioco non riesco a combinare nulla, mi aspetta una sostituzione inevitabile. Alla vigilia stavo pranzando, quando mi chiamarono al telefono. Era Berlusconi. Non ricordo con esattezza se mi pronosticò che avrei fatto due gol, o se mi fece promettere che li avrei fatti. So solo che successe. Pazzesco. I due gol? Il primo è stata fortuna. Il secondo credo sia l’emblema di tutta una carriera. Non ho mai esultato così, mai provato un’emozione del genere, sono stato a un passo dal piangere, ma non potevo perché bisognava ancora giocare”.


Tags: milan champions INZAGHI

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