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Genesi del 4-2-3-1: l'azzardo di Allegri e le prospettive future

23/01/2017 08:55

Genesi del 4-2-3-1: l'azzardo di Allegri e le prospettive future |  Sport e Vai

Una crisi, un momento negativo, una sconfitta, quando ti chiami Juventus deve necessariamente portarti ad una conclusione. Parlare di crisi è certo eccessivo, per quanto visto fin qui, ma quattro sconfitte fuori casa sono un campanello d'allarme per un tecnico abituato a vincere come Massimiliano Allegri. Si è accesa la spia a Firenze, c'era bisogno di cambiare qualcosa. Di uscir fuori da una crisi di gioco, questa volta sì, "crisi", in qualche modo. Il 4-2-3-1, ad esempio, è un modo. Il tecnico azzarda, va "all-in" contro la Lazio e fa giocare Mandzukic, Higuain, Dybala, Cuadrado e Pjanic contemporaneamente. Li sistema in campo, sa che la squadra se è brillante può permettersi un'ossatura del genere, riesce a dare un assetto nel complesso equilibrato. Ha saputo trasformare quella che apparentemente poteva sembrare una follia offensiva in un sistema di gioco.

Un sistema di gioco azzardato però. Non solo sulla carta. Questo schema funziona quando la Juventus può andare a mille, quando è più forte dell'avversario, quando può schiacciare la squadra avversaria nella metà campo. E prima o poi, così, il gol lo trova. Anzi, capita che in 16 minuti ne trovi due. E allora partita chiusa, così come discussione su quanto siano compatibili quei 5 in campo contemporaneamente. Quando si può, ne vale la pena. Il problema, adesso, sarà capire quando si può.

In tutto questo l'incognita maggiore la rappresenta Pjanic. Avrà sempre il passo di fare questo ruolo? E soprattutto: lo saprà fare con questa intensità anche nelle trasferte difficili? Perché il problema della Juventus è questo: vincere nelle trasferte delicate. In casa, a dir la verità, ha sempre fatto bene in stagione. Questo modulo è riproponibile anche in trasferte delicate? Probabilmente non ancora. Servirà assestamento, in fondo siamo ancora agli inizi. Probabilmente bisognerà lavorare su Pjanic, renderlo funzionale in un centrocampo a due, nonostante il ritmo di gioco del bosniaco lo sconsiglierebbe. Ma è la soluzione interna ai problemi dei bianconeri. 

Perché un Mandzukic così farebbe anche il terzino. E anzi, in quel ruolo, può ricalcare quello che fece Eto'o nel 2010 con la maglia dell'Inter. E qualora dovesse tornare a fare il vice-Higuain c'è sempre Pjaca. Allegri lo sa, ridisegna la squadra anche in funzione del croato, pur concedendogli appena 3 minuti più recupero. Ma è solo questione di tempo. Perché per il resto, forse, la quadratura del cerchio è proprio questa. Ma siamo ancora all'inizio: guai ad abituarsi. Ogni genesi è dolorosa. 

Giuseppe Andriani


Tags: juventus allegri pjanic

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