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Gattuso: Allegri invidiabile, non piange mai e ammiro Sarri

08/01/2018 09:28

Gattuso: Allegri invidiabile, non piange mai e ammiro Sarri |  Sport e Vai

Invidia un po' Allegri per il suo modo di vivere le pressioni, ammira il calcio del Napoli di Sarri e si rivede un po' in Conte anche se sa che deve lavorare tanto per arrivare a certi livelli. Gennaro Gattuso alla vigilia del suo 40esimo compleanno si confessa a Premium Sport ( "Non so dove festeggerò perché in casa comandano le donne, decideranno mia moglie e i bambini. Intanto contro il Crotone la squadra mi ha fatto un bel regalo ma la strada è ancora lunga”). Per il suo Milan è ottimista: "Difficile non guardare la classifica ma il lavoro ci porterà a migliorarla. Non punto in particolare su un giocatore ma sulla squadra: quando c'erano Maldini e Nesta potevamo anche permetterci Cafu e Serginho, oggi no e quindi dobbiamo giocare da squadra, mi auguro questo". Sui colleghi dice: “Allegri si fa scivolare tutto addosso, può perdere anche 15 giocatori per infortunio ma non si piange addosso e gestisce il gruppo in modo incredibile. Oggi è completamente diverso, me lo ricordo da giocatore perché era il mio capitano al Perugia e pensava solo a se stesso, non aveva regole. Da tecnico è molto credibile. Mi piace tanto vedere come gioca il Napoli di Sarri e, per come prepara la partita e vede il calcio, mi rivedo un po' in Conte anche se a me ovviamente manca ancora tanto per raggiungere certi livelli". Questa la ricetta con cui sta rialzando il Milan: "Sto gestendo i giocatori per cercare di coinvolgerli tutti, serve dare minutagggio a tutti. L'importante è lavorare sul concetto di squadra, conoscere le proprie debolezze per migliorarsi". Poi fa un salto indietro, al suo passato da giocatore: "Nella vita mi sono goduto poco le vittorie, ho sempre pensato solo a migliorarmi. I successi non mi hanno cambiato, mi ricordo di più le sconfitte: ho vinto tanto ma ho vissuto male i trofei persi, mi sentivo responsabile". Di quel Milan, l'attuale tecnico rossonero commenta così tre figure di spicco: "Ancelotti per me non è stato solo un allenatore ma anche fratello, amico e papà: è stato tutto. Nei momenti di debolezza ci appoggiavamo a vicenda, tuttora abbiamo un rapporto incredibile". Si arriva al 2012, all'addio al Milan da giocatore: "Decisione mia, Galliani per un mese mi ha chiamato ogni mezzanotte mettendo la canzone "se mi lasci non vale"... ma pensavo - e lo penso anche oggi - che fosse finita un'epoca e bisognasse lasciare spazio ai giovani. Non volevo essere un peso, il Milan mi ha dato più di quel che gli ho dato io, è stato giusto andarsene senza polemiche".
 


Tags: allegri gattuso sarri

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