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Galeazzi: Non sono moribondo, che idea far intervistare da Maradona il Napoli

13/01/2019 13:50

Galeazzi: Non sono moribondo, che idea far intervistare da Maradona il Napoli |  Sport e Vai

"Un errore presentarmi a Domenica In sulla sedia a rotelle. Sui social mi hanno già fatto il funerale ma io sono ancora vivo, eh”. Gian Piero Galeazzi si confessa a Fuorigioco, il settimanale della Gazzetta, e rivela: “Ho sbagliato a presentarmi da Mara Venier in quel modo. La verità è che sono reduce da un’operazione al ginocchio sinistro, mi muovo con le stampelle. Lo studio era pieno di cavie e, per non rischiare, un assistente ha pensato bene di mettermi su una carrozzina”. In trasmissione ha detto: “Voglio vivere bene gli ultimi 500 metri della mia vita”. E la gente ha pensato che “Bisteccone” fosse malato seriamente: “Non ho il Parkinson, ho problemi di diabete. La salute va su e giù, come sulle montagne russe. Ho sbalzi di pressione, gonfiore alle gambe. Quando mi emoziono, mi tremano le mani, ma non sono messo così male. A 72 anni ho anche perso un po’ di chili”. E’ bastato vederlo in quelle condizioni per scatenare grandi manifestazioni d’affetto: “Inaspettate, questo ritorno di popolarità mi aiuta. La gente non mi ha dimenticato. Il soprannome che mi ha reso celebre fu inventato dal radiocronista Gilberto Evangelisti. Ero alto, massiccio, lui mi vide e disse: “Ma chi è ‘sto Bisteccone?”.

 Il tennis? Stare nella “buca” del Foro Italico durante gli Internazionali d’Italia è stata una grande palestra professionale. Peccato aver saltato la trasferta in Cile in occasione della vittoria azzurra in Davis. Pietrangeli mi ha insegnato il tennis. Adriano Panatta mi ha laureato, mi ha fatto capire lo spirito di questo sport. Io nasco e muoio telecronista. Ho inventato le interviste prepartita e appena finita la gara prendevo i calciatori sotto braccio e li confessavo prima di tutti. L’idea di far intervistare a Maradona i compagni dopo la vittoria dello scudetto fu geniale.

L’investitura: “Pardo mi somiglia, ha fatto il mio stesso percorso sul piano della simpatia, poi è romano, un gaudente. Piccinini mi piaceva, ora mi sembra troppo fabbricato. Non dimentico Caressa che nel 2006 in Germania fu l’unico a stringermi la mano dicendo: “Grazie Gian Piero, lei è stato quello che ha aperto una nuova strada nella telecronaca sportiva. Diletta Leotta è brava e bella. Sa di piacere e non lo fa pesare. Non come altre sue colleghe che se la tirano. Con lei avrei lavorato volentieri…


Tags: maradona galeazzi parkinson

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