12/05/2023 20:51
Tra gli anedotti e le riflessioni che Samuel Eto'o ha snocciolato alla Milano Football Week c'è stato spazio anche per un retroscena sull'approdo al Manchester City, squadra alla quale era "a un passo" dall'approdare. "Ho preso la decisione sull’aereo - ha quindi spiegato l'attuale presidente della Federazione calcistica del Camerun -. Mourinho mi ha chiamato sette volte, ma ero in parola con il Manchester".
La svolta racchiude anche una riflessione sul razzismo in Italia:
A quel punto dissi al mio avvocato che sarei andato a giocare in Italia. Lui rispose che era un paese razzista. Volevo vederlo con i miei occhi prima di giudicare. La società italiana comunque non è razzista, al massimo ci sono tre o quattro bulli che fanno cori del cavolo. Alla fine sono stato felice di aver scelto l’Italia, anche perché ho vinto tutto ciò che c’era da vincere…
Sulla sua lotta al razzismo, Eto'o ha poi spiegato:
Tutto è iniziato quando ho sentito dei cori assurdi verso di me. Mi chiamavano ‘nero’. Allora io mi sono chiesto: ‘Ma come è possibile?’. Da lì in poi sono cambiato come persona, prendo delle posizioni che gli altri a volte non capiscono perché non hanno il mio vissuto.