06/12/2017 15:46
“Quando abbiamo un pallone tra i piedi noi calciatori siamo felicissimi. Quello che succede dietro, nel retropalco, spesso non è proprio bellissimo. Chi diventa un calciatore quando arriva al mio livello? Il più delle volte un uomo molto solo" . Paulo Dybala si confessa al settimanale Vanity Fair che gli dedica anche la copertina. Il giovane attaccante della Juventus abbraccia diversi temi, parla della sua famiglia, del passato e del futuro. "Dio ci dà un dono, ma poi quel dono va lavorato. Ne ho visti tanti di fenomeni nei settori giovanili. Ragazzi di cui dicevano: Se solo avesse avuto la testa, avrebbe potuto essere Maradona o Messi. Ecco, io ho lavorato soprattutto per evitare questo".
Ogni gol è per papà
"È morto per un tumore, quando avevo 15 anni. Fu un dolore fortissimo. Nei mesi precedenti non riusciva più a venirmi a trovare e il club mi fece andare a casa per un po’ di tempo. Sei mesi erano troppo pochi e mi venne la tentazione di mollare tutto…Forse un giorno lo ritroverò o forse no, a papà però penso sempre e gli dedico tutti i miei gol".
Vestire l'azzurro sarebbe stato un inganno
"Mi è stato chiesto di vestire l’azzurro e sono stato molto grato. Avevo 19 anni e rispondere "no, grazie" fu dura. Ma sono argentino e sarebbe stato un inganno".