Dybala, col Real è la grande chance di mantenere la promessa a papà Adolfo

Gli alti e bassi tra infortuni e panchine per scelta tecnica, il no diventato poi ni di Sampaoli in Nazionale, il passaggio brusco dall'essere il nuovo Messi a un top-player mancato che alterna prodezze fantastiche a partite irritanti: per Paulo Dybala è arrivato il momento di definirsi e la sfida di stasera al Real Madrid è la cartina di tornasole che deve dire se l'argentino è o no il fuoriclasse capace di fare la differenza. Allegri dopo tanto “bastone” usato in passato, ha usato la “carota” caricandolo a mille: "Paulo farà una grande prestazione. Sta bene fisicamente e mentalmente e lo ha dimostrato sabato sera contro il Milan". Ora sta a lui. E' lui il primo che deve cancellare Cardiff. Perchè nella notte stregata in Galles a venir meno di fronte agli assi merengues fu proprio Dybala, peggiore in campo. Mentre dall'altra parte Ronaldo faceva il fenomeno, con la f minuscola o Maiuscola che si voglia, la Joya smise di brillare e si spense trascinando tutta la Juve nel buio. Zenit e Nadir si toccano e si allontanano, quello doveva essere il giorno della consacrazione definitiva e divenne la notte dei rimpianti e dei veleni. Fu Nedved a scuotere il giocatore, gli ricordò che per essere il migliore e vincere il Pallone d'oro, doveva mettere ordine nella sua vita provata e ricordarsi delle sue origini. Il nonno di Dybala lasciò Krasnow fuggendo dalle bombe per iniziare una nuova vita nella Pampa argentina, il padre Adolfo ha guidato la carriera di Paulo fino a quando ha compiuto 15 anni, nella convinzione che il figlio potesse diventare il n.1 al mondo. A settembre è morto di cancro e ora al fianco di Paulo c'è la madre Allicia. Cui Dybala ha promesso che riuscirà a onorare la memoria e i sogni del padre. L'occasione è adesso, stasera, contro Cr7 e i fantasmi di Cardiff. Nel nome del padre, del nonno e della Juve.

Stefano Grandi