De Zerbi: Sono un top-coach grazie al Napoli

Assicura che i soldi non c'entrano niente e che avrebbe preso stipendi alti anche in Italia, sostiene di voler crescere e di imparare a gestire tre partite settimanali con organici ricchi di stranieri e misurarsi con una lingua nuova. E ringrazia le sue esperienze da giocatore che l'hanno portato fin qui. Roberto De Zerbi spiega al Corriere dello sport la scelta di andare ad allenare lo Shakhtar.
 

    «Perché sono stati quelli che mi sono apparsi più vicini al mio modo di pensare il calcio. E perché nessuno più di loro mi ha dato la sensazione di potermi completare ulteriormente. Ho chiamato Paulo Fonseca per farmi dare dei consigli sulla squadra.Lo Shakhtar mi è sembrata la collocazione più aderente alla mia identità e il club che rappresenta la mia filosofia. C’è una società che ha una sua storia e vuole impreziosirla ulteriormente».

Poi la rivelazione

    «Ho giocato ovunque ma chi ha avuto modo di farlo con il Napoli e con il Cluj può essere pronto a qualsiasi esperienza. Io lì, tanto al Napoli quanto al Cluj, ho avvertito un mutamento umano e professionale che mi ha segnato, migliorandomi. E mi è andata benissimo anche da allenatore. Una grande squadra non è tale se non viene guidata da un grande allenatore. Ma un allenatore non ha percezione della sua statura senza il sostegno di grandi giocatori. E mettere insieme tanti giocatori senza che a dirigerli sia un grande allenatore può essere un rischio».