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De Laurentiis: Vi dico tutto su Higuain, il Napoli, il cinema...

09/09/2017 09:08

De Laurentiis: Vi dico tutto su Higuain, il Napoli, il cinema... |  Sport e Vai

“Non ho nulla da farmi perdonare con Higuain. Higuain fu una mia intuizione. Al Real stava spesso in panchina. Lo pagai 38 milioni. Napoli gli ha dato moltissimo”. E' un Aurelio De Laurentiis a tutto tondo quello che parla intervistato da Aldo Cazzullo sul Corriere della sera. Il calcio e il suo rapporto col Pipita sono solo un passaggio. Dagli esordi nel cinema (“Nel 1968 la Dino De Laurentiis produsse Rosolino Paternò, soldato e mio padre mi iniziò al cinema come aiuto segretario di produzione: mi alzavo alle 4 e mezza del mattino per vestire migliaia di comparse. Gli attori erano Nino Manfredi, Peter Falk, Martin Landau e Jason Robards. Il film era girato in inglese, di cui Nino e il regista Nanni Loy non sapevano una parola. In più Loy era un fervente comunista che inveiva contro l’America”) alla sua identità (“mi sento più napoletano che romano. Il più bel ricordo d’infanzia è il ragù con cui la nonna condiva le candele o gli ziti fumanti. È una città che ha un grande bisogno di amare. Autolesionista, incapace di vedere la verità. Sottomessa da secoli, sempre alla ricerca di un riscatto legato a qualcosa di impossibile; che diventa possibile con il calcio. L'anno buono? Ogni anno può esserlo”). Da pochi giorni è anche il nuovo capo del marketing della Lega europea: «Il marketing per me è la liason tra il fruitore e il prodotto. Il mio committente è il pubblico. Il poeta ha la voce, il letterato la carta; il film è un’opera dell’ingegno che si realizza attraverso un processo industriale, cui lavorano centinaia di persone. Deve rispondere a regole di mercato. I film che mi sarebbe piaciuto fare non li avrebbe visti nessuno». A chi dice che è troppo burbero replica così: «In realtà sono un romantico. Una volta un regista chiese a mio padre: “Ma perché Aurelio è sempre incazzato, sgradevole, duro?”. Lui rispose: “Vedi, tu non hai capito che, quando Aurelio manda qualcuno a fare in culo, si realizza”». Poi giudizi sui big del cinema, da Benigni («Straordinaria eleganza poetica; ma al cinema manca da molto tempo. Ripetersi dopo La vita è bella è dura. Anche se credo che ora ci proverà») a Sorrentino («Un letterato del cinema») da Checco Zalone («Bravissimo. Ha capito l’Italia di oggi. Ma guardi che l’avevamo fatto anche noi, a partire dalle prime Vacanze di Natale, 35 anni fa») ai famigerati cinepattoni («Che facevano satira sull’edonismo craxiano e su quello berlusconiano, senza che lo spettatore se ne accorgesse»). Esclude un impegno in politica. «Mai. Tengo troppo alla mia autonomia. Alla Lega Sud? Ho detto no. Anche se il sottosviluppo del Sud è una vergogna per il Nord. Bisognerebbe fare subito il Ponte sullo Stretto, per andare da Roma a Palermo in poche ore». Infine un pensiero su De Magistris: «Con un miliardo e 700 milioni di deficit all’anno, fa quello che può. A Napoli e a Roma ci vorrebbe un Marchionne. Un grande manager, altro che un sindaco».

Stefano Grandi

 


 


 


Tags: napoli de laurentiis cinema

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