Così Allegri ha conquistato tifosi e rinnovo

Da "fino alla fine" a "fino al 2018". Massimiliano Allegri ha vinto il proprio personale campionato, andando a conquistare il rinnovo di contratto, oltre al secondo scudetto consecutivo. Arrivò a Vinovo tra lo scetticismo generale, e più per mancanza di alternative che per lucida fiducia della dirigenza bianconera, ancora evidentemente scossa dall'addio burrascoso di Antonio Conte. Ha avuto grandi meriti Allegri in questi due anni di successi in Italia e di soddisfazioni anche in campo europeo, con una finale persa contro il Barcellona e un ottavo di finale sfumato all'ultimo secondo contro il Bayern Monaco. La crescita in campo internazionale della squadra bianconera è completata: adesso gli toccherà vincere, perché ha raccolto una squadra che fuori dai confini europei non faceva così bene da almeno un decennio, ma che adesso è pronta. Pronta a non accontentarsi più della finale persa a testa alta o di un ottavo perso in maniera incredibile contro una squadra fortissima.

Il percorso di crescita maturato, voluto, cercato, in campo europeo è probabilmente la dote migliore con la quale Allegri potesse arrivare al proprio rinnovo del contratto. Ma non è l'unica. Porta con sé l'intelligenza tattica di non aver distrutto il lavoro del proprio predecessore, ma di averlo saputo migliorare, finalizzare, portare a uno stadio definitivo, più maturo. Senza mai cercare di strafare. Non sarà l'allenatore migliore al mondo, almeno per ora, Allegri. Non ha il carisma di Mourinho, non è un fine teorico come Guardiola, ma ha mostrato di avere una grande intelligenza. Arrivò alla Juventus che non era voluto, per motivi non propri. Ha chinato la testa, ha lavorato, s'è andato a prendere il consenso del pubblico sul campo. Lui che veniva da un fallimento con il Milan (ma chi non avrebbe fallito con questo Milan?) e da un mare di polemiche sull'asse Milano-Torino ai tempi del gol-non gol di Muntari. 

Tatticamente è stato più o meno sempre lucido: 3-5-2 di base, con qualche innovazione. S'è affidato alla società sul mercato, ma non ha sempre gradito tutto (Hernanes, ad esempio). Ha vinto due scudetti consecutivi e una Coppa Italia, e rischia di andare a fare per due anni consecutivi l'accoppiata scudetto-coppa, cosa che in Italia non è mai riuscita a nessuno. Non s'è legato a un modulo, ha variato spesso, studiando partita dopo partita, portando questa Juve a un livello al quale non era arrivata nemmeno con Conte. 

Rinnovo in sede e applausi dallo Stadium nell'ultima partita casalinga: Allegri c'è riuscito.  Ha vinto lui, mantenendo quella promessa fatta in sede di presentazione: "Conquisterò i tifosi sul campo". Complimenti, mister.

Giuseppe Andriani