Chiellini: Napoli come l'Olanda? Io spero di vincere ancora tanto

Il presente, ovvero il ritorno di Champions col Tottenham, il futuro, ovvero il suo rinnovo con la Juventus, la lotta scudetto col Napoli e tanti altri temi ha toccato Giorgio Chiellini nell'intervista concessa a “Il Giornale”. Il difensore bianconero è stato caustico alla domanda sul paragone fatto da Sarri tra il suo Napoli e l'Olanda anni 70: “Io spero di vincere ancora per tanti anni”. Risposta più che chiara. Capitolo Tottenham e spauracchio Kane (“un giocatore che sta tra i primi tre-quattro attaccanti del mondo"): "La Juventus deve fare la Juventus. Se facciamo la nostra partita, vinciamo. Il Tottenham è votato all’attacco, ha tanta qualità e concede qualcosa: non verranno all’arrembaggio ma le caratteristiche non le cambi in un giorno. Sono in leggero vantaggio loro: hanno fatto due gol in casa nostra e qualcosa vorrà pur dire. Ma è tutto aperto e lo sanno anche loro. Andiamo a Londra con equilibrio, senza slogan. È sempre stata la nostra forza". Chiellini si dice sorpreso dalla sua stagione: "Non pensavo di mantenere questi standard. Non ho l’esplosività di dieci anni fa, ma ho una maturità completa: guadagni così tanto in esperienza, che ti stanchi meno. Ho trovato un buon equilibrio, ma è tutta la squadra che aiuta il singolo. Quando firmo il rinnovo? Lo faremo, prima pensiamo al campo. Juventino a vita? Dopo questi altri due anni, non credo ci sarà tanto spazio per altre esperienze. Avrò 34 anni ad agosto...". Sulle critiche a Buffon che non dice basta dice: "Il calcio è bello perché ne possono parlare tutti. Ritengo che la scelta di Gigi sia giusta. Non per dare un contentino, nessuno di noi ha bisogno di contentini. C’è un percorso graduale da fare. Non è che puoi cambiare tutto solo perché hai perso una partita. Da qui a giugno sarà così. Poi vedremo chi sarà il ct e ci saranno altre valutazioni da fare. Gigi mi passerà la fascia? Personalmente spero che giochi il più possibile. Comunque sarà molto più grande il vuoto fuori dal campo che non dentro, non perché non sia bravo ma per tutto quello che abbiamo vissuto. Uno sguardo e ci capiamo". Il suo simbolo è il turbante che gli fascia la testa: “Rappresenta quella cosa che ho dentro da sempre e mi fa stare in mezzo a campioni incredibili. Se mi sento un leader? Ognuno ha un ingrediente da mettere. Io non potrò mai essere Pjanic con il suo aroma delicato, ma lui non ci potrebbe essere senza Chiellini. La cosa più difficile è trovare la miscela perfetta. L’allenatore è stato bravo a scovarla".