Champions, Henry debutta in panchina nella coppa che vinse col Barca

Riecco Titì in Champions, lui che quella coppa l'ha alzata con la maglia del Barcellona e l'ha persa in finale quand'era all'Arsenal proprio contro i blaugrana. Lui che da calciatore ha vinto tutto: Ligue 1, Premier, Liga, Champions League, Europeo e Mondiale, trascinando le sue squadra a suon di gol (362 con le squadre di club e 51 con la nazionale maggiore francese) non pensava forse di emozionarsi per la prima volta da allenatore in Champions sulla panchina del Monaco. Succederà contro il Club Brugge e Thierry Henry potrà mostrarsi di ghiaccio all'esterno, ma dentro di sé – nel sentire quella musichetta – qualche brivido lo scuoterà. Un destino bizzarro che debba arrivare proprio in Belgio la sua prima gara da tecnico di Champions, dopo lo sfortunato debutto in Ligue1 dove ha perso 2-1 con lo Strasburgo: prima che lo chiamasse il Monaco per sostituire Jardim era il vice del ct dei Diavoli Rossi, Martinez. E dei club del Belgio sa tutto, ovviamente. Deve rialzare una squadra un po' a pezzi ma al cuore non poteva dir di no, perchè è al Monaco che è diventato calciatore e la riconoscenza esiste. Di quella generazione d'oro del calcio francese sono tanti gli assi che da vincenti i campo si sono trasformati in strateghi delle panchine: Zidane e Deschamps sono solo le punte di un iceberg che ha visto vincere anche Laurent Blanc o imporsi Vieira. Henry ovviamente ha imparato molto da tanti tecnici (non molto da Ancelotti, però, perchè gli anni alla Juventus furono gli unici bui della sua carriera, giocava anche terzino in bianconero...): “Ho imparato molto da tutti i miei allenatori - confessa - Wenger mi ha insegnato cosa vuol dire essere un grande professionista ma anche Guardiola è un modello, con lui abbiamo spesso parlato di calcio. E fra coloro che mi hanno ispirato citerei pure Suaudeau e Denoueix, sono loro che hanno inventato la transizione e il loro Nantes è un esempio. Ci sono alcuni grandissimi allenatori che non hanno giocato a calcio e viceversa. Spero di vincere come Deschamps e Zidane, quando ci vediamo ormai parliamo di tattica ma ognuno ha il suo modo di lavorare".