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Caressa è un caso internazionale: critiche anche dalla Germania

28/06/2021 11:07

Caressa è un caso internazionale: critiche anche dalla Germania |  Sport e Vai

La telecronaca enfatica, gli abbracci, le urla e i sospiri di sollievo durante le partite dell'Italia non fanno notizia soltanto nel Belpaese. L'eco delle 'prodezze' di Fabio Caressa è arrivata anche in Germania, dove hanno pensato di pubblicare un articolo sull'autorevole Suddeutsche Zeitung dedicato proprio al fenomeno dei concitati racconti della nazionale su Sky. Un articolo non proprio tenero.

Caressa-Bergomi nel mirino della Suddeutsche Zeitung

Ecco alcuni stralci dell'articolo scritto da Oliver Meiler:

"Gli italiani sono ora ai quarti di finale, ma per ora le esagerazioni sul loro bellissimo e leggerissimo gioco del turno preliminare sono svanite. Una burrasca austriaca e la facilità azzurra è sparita. Il cielo ha aiutato, grazie al cielo – probabilmente non è possibile elogiare gli austriaci. C’è da dire dell’invocazione del trascendente, ma prima ancora della capacità di soffrire degli Azzurri a Wembley a Londra".

Poi l'affondo:

"In media, Caressa confonde il nome di un giocatore una decina di volte a partita. Il centrocampista austriaco Florian Grillitsch, ad esempio, per lui ha continuare a toccare palla anche quando non era più in campo. Ha sbagliato anche i calciatori dell’Italia".

Ci sono formule fisse ripetute da Caressa in ogni partita:

“L’arbitro manda tutti nello spogliatoio per un tè caldo" e "l’arbitro dice che ora basta. Non lo dice di tanto in tanto, sempre, sempre. Devi ascoltarlo anche se stai seguendo la partita su un altro canale. Ci sono delle meravigliose parodie del duo Sky online".

Quindi una puntigliosa elencazione di tutti i momenti trash in telecronaca - “Beppe, quanto stiamo soffrendo stasera!” oppure "E continuiamo a soffrire. La paura è scritta sui volti dei nostri giocatori” per poi arrivare al racconto dei supplementari:

"Caressa ha avuto un lampo di ispirazione: “È come nella vita reale”, ha detto, “se vuoi vincere, devi essere in grado di soffrire”. Forse è meglio guardare la soporifera Rai? Caressa e Bergomi avrebbero potuto consigliare cambiamenti, correzioni tattiche, ma erano immersi nella sofferenza mentre guardavano. Dipendeva dal fatto che Marco Verratti, il nome più famoso di una squadra di anonimi, spesso ronzava perfettamente intorno al proprio asse a centrocampo, ma non smistava quasi nulla in avanti. In generale, tutto il centrocampo della Nazionale era sorprendentemente piatto e lento, molto meno diretto che nelle prime partite. La svolta però è arrivata grazie all’alternanza di fede e chiesa: Federico “Fede” Chiesa ha nel suo nome due componenti, fede e chiesa, che inducono i giornali italiani a fare giochi linguistici. Dalla panchina arriva anche il secondo marcatore degli italiani, Matteo Pessina. Il Paese è felice anche di rendere omaggio a lui, un “bravo ragazzo”, un bravo ragazzo, per la sua vita fuori dal campo: Pessina dall’Atalanta di Bergamo, 24 anni, ora quattro gol in otto partite internazionali – una media notevole per un centrocampista – sta studiando economia presso un’università di Roma. E anche questo aspetto della vita reale non viene mai trascurato da Caressa e Bergomi".


Tags: caressa bergomi germania

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