Capello rivela risse con i giocatori quand'era al Milan e si schiera con Ibra

In occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico 2023/24 dell'Istituto a ordinamento universitario per mediatori linguistici (Limec), Fabio Capello è intervenuto direttamente dalla sala executive 1 di San Siro, luogo dell'evento, davanti a 300 studenti parlando un po' di tutto, compresi i rapporti complicati con alcuni suoi ex giocatori:

"Con Gullit e Cassano mi sono messo le mani addosso. Cassano ogni volta, prima di una partita, si ordinava le patatine fritte. Era inaccettabile. Mi arrabbiai più con lo chef che con lui. Il termine 'cassanata' l'ho inventato io'".

L'ex tecnico anche di Juve e Roma ricorda come ha allevato i suoi talenti

"Io ho preso Ibra alla Juve e non sapeva né calciare, né colpire di testa. Poi guardate cosa è diventato. Van Basten aveva il problema nella rincorsa durante le punizioni, io me ne accorsi e la domenica successiva segnò proprio da punizione. Questo per dire che fare schemi è facile, ma correggere gli errori penso sia una delle cose più difficili". 

Negativo il ricordo del ritorno al Milan (1997-98): "È stato l'errore più grande della mia vita tornare. Berlusconi mi aveva chiamato, per lui avevo una riconoscenza che andava oltre a tutto. Chiesi a Florentino Perez di lasciarmi andare, ma a Milano sbagliai tutto. Il campionato fu disastroso, ma quell'esperienza mi ha insegnato tanto".

Infine Capello chiude parlando di Calciopoli e schierandosi dalla parte di Ibrahimovic sul numero degli scudetti vinti dalla Juventus

"Alla Juve gli scudetti sono 38. Noi abbiamo vinto sul campo, avevamo una squadra troppo forte, non avevamo bisogno di alcun aiuto".