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Buffon: Smettere di giocare è come subire la prima morte

27/02/2018 09:04

Buffon: Smettere di giocare è come subire la prima morte |  Sport e Vai

La sensazione è che vorrebbe parlare più del presente che del futuro perchè Gigin Buffon si sente coinvolto in tanti obiettivi e all'anno prossimo vorrebbe pensarci con calma ma a Tiki Taka il portiere della Juventus deve toccare tutti i temi, comprese le polemiche artate venute fuori dopo le dichiarazioni di Di Biagio, che ha annunciato la sua convocazione per le prossime gare della nazionale. Si toglie il dente presto Buffon quando gli chiedono che farà a fine stagione: "Cosa farò l’anno prossimo? Niente di particolare. Adesso devo solo concentrarmi su questo finale di stagione. Sono sicuro e sono molto tranquillo su quella che sarà la mia scelta che comunicherò, d’accordo con la società, al momento opportuno. Futuro da dirigente? Ognuno di noi deve seguire la strada che sente dentro e la passione che cresce nella propria anima. Mi auguro di avere un’altra fiamma di passione che mi indichi un ruolo da poter seguire anche in futuro. Per chi vive di emozioni così forti come noi calciatori, lo smettere di giocare è come se fosse la ‘prima morte’ che si subisce". Sulla maglia azzurra il pensiero è chiaro: “Non c’è da aggiungere niente se non che ho un senso di responsabilità e di attaccamento che mi sentivo di dare ancora alla Nazionale in questo momento di transizione. C’è un ciclo di amichevoli delicate, pensavo di andare in vacanza qualche giorno ma penso che quando la nazionale ha bisogno di te, bisogna rispondere presenti e non disertare. Poi da giugno si faranno altri ragionamenti. È una forma di fedeltà e un senso di responsabilità verso l’Italia". Dopo toccherà a Donnarumma: “Non l’ho incoronato io mio erede, ha grandi doti e si è meritato da solo questa cosa con le splendide prestazioni che sta facendo". Belle parole anche per Gattuso ("È un ragazzo che ha studiato, che ha delle idee tattiche e giustamente si arrabbia quando lo si sminuisce dicendo solo che è solo grinta e temperamento”) e Totti (“Lo conosco dall’Under 15 della Nazionale. Abbiamo passato 25 anni di calcio insieme e non dico nulla di nuovo se affermo che lui, insieme a Del Piero, Baggio, Cassano e Pirlo sono stati i più grandi talenti in assoluto per quanto riguarda la fase offensiva. Credo che lui abbia sofferto tanto quando ha strappato questo cordone che lo legava alla Roma e questo allontanamento dal ruolo di giocatore. Ma arriva il momento per tutti e bisogna prepararsi a un altro tipo di vita") prima di tornare sulla ferita delle finali di Champions perse: “Io ho giocato tre finali e le ho perse tutte. Non so se questo può incidere, col Milan abbiamo sbagliato tre rigori su cinque, invece nelle ultime due abbiamo giocato contro squadre superiori, come il Barcellona dove abbiamo perso per episodi ma giocando alla pari. A Cardiff invece siamo stati troppo presuntuosi, pensavamo di giocarcela alla pari e se si ha questo pensiero col Real vuol dire che non abbiamo capito come affrontare una squadra come il Real Madrid". Infine applausi al Napoli, grande rivale per il titolo: “Sicuramente psicologicamente si stava meglio a meno uno ma siamo una squadra da battaglia e sappiamo che se quest’anno vogliamo regalarci il settimo scudetto c’è da fare qualcosa di strepitoso e straordinario perché il Napoli non sta veramente regalando niente. Se non fossi il portiere della Juve mi piacerebbe lo scudetto a Napoli? Mi piacciono le storie di sport, di passione e a Napoli tutto questo c’è. E da italiano mi è dispiaciuta l’uscita del Napoli dall’Europa League perché una squadra come gli azzurri poteva vincere la competizione”.


Tags: juventus buffon di biagio

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