05/11/2015 14:57
Nella nazionale polacca non ci saranno naturalizzati, non almeno fin quando al vertice della federazione ci sarà Zibì Boniek. L'ex calciatore di Roma e Juventus, interpellato dal Corriere dello Sport, sposa in pieno la crociata autarchica del suo paese, nell'occhio del ciclone nel calcio per le posizioni ai limiti del razzismo di molte tifoserie. "Se molti polacchi pensano che non vogliono rifugiati nel loro paese cosa dovremmo fare? La mia opinione è che dovremmo aiutarli nei loro Paesi, piuttosto che chiudere gli stadi", dice Boniek. "Si dice che sono profughi di guerra, però sanno come trasferirsi ed è una cosa difficile. Vorrei aiutarli, ma la gioventù polacca è scettica. Se raccogli un milione di profughi vuol dire che ne accogli tre, non si risolve il problema. Si aiutano lì, a lasciarli a casa loro. Non facciamo dei tifosi polacchi dei razzisti". Quindi sulla nazionale: "Vero, stiamo percorrendo questa strada di far giocare in nazionale solo quelli nati in Polonia, non vogliamo scorciatoie come fate voi che avete tesserato Eder, avete giocatori con due-tre passaporti. Il calcio qui è popolare e deve rispettare l’opinione della gente. Ma non parlate di razzisti, toglietevi dalla testa questa idea della Polonia, solo parlarne mi vergogno, è una questione politica, non sportiva".