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Bianchi: Volevo andare all'Inter di Herrera, a Napoli troppa immondizia

09/08/2022 15:48

Bianchi: Volevo andare all'Inter di Herrera, a Napoli troppa immondizia |  Sport e Vai

Intervistato da Repubblica per l'inserto Robinson Ottavio Bianchi ha ricordato il suo passato a Napoli da giocatore prima e allenatore poi. Questi i passaggi principali

Ero in predicato di lasciare il Brescia per l'Inter, quella di Helenio Herrera.. arrivò il telegramma del Napoli. Allora le società di calcio esercitavano potere assoluto sui giocatori. E il presidente del Brescia aveva deciso destinazione Napoli. Ovviamente la chiamata all'Inter era il sogno di ogni giocatore. Ma anche al Napoli, che non aveva vinto niente, c'erano grandi giocatori: Zoff, Sìvori, Altafini per fare nomi che ancora oggi dicono qualcosa

 

Arriva nel 1965 a Napoli


«Con il taxi, che mi portava alla sede, attraversai una città che stava vivendo uno dei tanti scioperi degli spazzini. Mondezza ovunque. Dissi al tassista di fermarsi. L'impulso era fare dietrofront e tornarmene a Brescia. Ma ero vincolato. Non avevo margini tranne quello di spuntare un contratto un po' più ricco. Dissi al tassista di proseguire. Giunsi in sede e dopo varie vicissitudini firmai il contratto. Achille Lauro era presidente onorario. Quello effettivo era Roberto Fiore. Comunque Lauro mi volle conoscere- Non c'era cosa che accadeva a Napoli senza il suo sì. Un monarca assoluto. Trattava il popolo napoletano come fosse una sua diretta emanazione. Circolavano le voci sulla distribuzione di pacchi pasta e di scarpe spaiate durante le elezioni. Comunque era un signore che incuteva rispetto. "Guagliò, mi hanno detto che tu si' uno tuosto e che ti sei fatto pagare assai". Gli risposi che mi ero fatto pagare per merito e certo non per altro. Fu così che cominciò la mia avventura al Napoli».

Inevitabile parlare di Maradona

non può immaginare cos' era vederlo in campo durante gli allenamenti. A parte l'abilità mostruosa, colpiva il rapporto con la squadra. Da star assoluta qual era, sapeva di aver bisogno dei compagni. Diego è stato uno splendido e generoso campione. Il Diego calciatore era la leggerezza, la musica inarrivabile; il Maradona uomo era soggetto a pressioni psicologiche inaudite. Ha pagato con gli interessi l'immensa notorietà che si era guadagnato sul campo


Tags: Bianchi maradona herrera

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