Berlusconi e i veleni sul 'nuovo' Milan: l'ex patron puntava ad essere il faro del rilancio

Le sue dichiarazioni di ieri al Corriere della Sera hanno scosso tutto l'ambiente Milan: "Mercato sbagliato". E ancora: "Montella male, meglio Brocchi". Quindi l'affondo tecnico-tattico: "Come possono restare in panchina Suso e Bonaventura?". Silvio Berlusconi non le ha mandate a dire, bocciando impietosamente l'intero progetto del 'nuovo corso' rossonero, quello che egli stesso ha affidato a Yonghong Li, Fassone e Mirabelli. Parole di un tifoso deluso, certo. Ma cosa c'è dietro l'impietosa bocciatura dell'ex presidente nei confronti di un nuovo impianto societario e tecnico che, in fondo, è in piedi da neanche tre mesi? Probabilmente, risentimenti personali. Berlusconi sperava di essere coinvolto nell'organizzazione e nella gestione del nuovo Milan, ambiva ad essere la mente pensante del rilancio in grande stile del club rossonero, rinvigorito dagli innesti di capitale provenienti dalla Cina. Invece il Cavaliere è stato tenuto al di fuori, escluso, cancellato. Come cancellato è stato il Trofeo Berlusconi, storico appuntamento dell'estate di San Siro, depennato dall'agenda. L'ex presidente ci teneva molto.