Auriemma, lettera ad Adl: L'intervista falla con me non con yesman

"Uno che tutta la settimana viene vessato da moglie e figli, quando va allo stadio, anche quello virtuale davanti ad un bel bicchiere di vino ed un pezzo di casatiello, lo fa perché si vuole sfogare e divertire". (Aurelio De Laurentiis a Dazn) Io credo che le interviste concesse solo a chi non fa domande scomode, facciano molto male al presidente del Napoli.

Caro Aurelio, scusami se mi permetto di proporti un affare. Invece di rilasciare il tuo pensiero a media inconsapevoli della realtà partenopea oppure ai soliti scendiletto locali che sanno solo dire "signorsí signor presidente", parla con me.  L'età anagrafica, la cultura e la lunga esperienza professionale nel mondo del calcio, mi permetterebbero di spiegarti bene cos'è il tifoso del Napoli. Un innamorato folle che segue le partite della sua squadra non certamente perché ha bisogno di liberarsi dalle frustrazioni della vita professionale e familiare.

Questo che hai è un concetto sbagliatissimo, frutto di una conoscenza mai decollata sul mondo Napoli che per te, probabilmente è solo il ragù che "pepeteia" o il pezzo di casatiello da addentare tra un'azione e l'altra degli azzurri.

No, mio caro Aurelio, non hai capito che il tifo a Napoli è sfegatato. In una delle tante lezioni che potrei darti, ti farei conoscere un mio amico, gastroenterologo casertano che incassa molti più soldi dei tuoi cinepanettoni. Ebbene, il mio amico Rosario deve restare digiuno per tutta la giornata in cui è programmata la partita del Napoli. E non lo fa per scaramanzia, ma perché gli si chiude lo stomaco.

Carissimo Aurelio fidati di me, il valore che il tifoso del Napoli dà alla sua maglia (rigorosamente azzurra) è direttamente proporzionale a quello che tu dai ai conti immacolati della Ssc Napoli.