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Ancelotti: Non sono qui per pettinare bambole, ecco che penso dei nuovi e che manca

11/07/2018 12:40

Ancelotti: Non sono qui per pettinare bambole, ecco che penso dei nuovi e che manca |  Sport e Vai

Che l'era Sarri sia già il passato, lo dimostrano tanti piccoli dettagli. Ancelotti lo fa capire subito, a una domanda sulla Juve. Se per il precedente tecnico era l'emblema del Palazzo, per Ancelotti: “La Juve non è il potere, è una squadra molto forte che ha vinto gli ultimi campionati, sarà un avversario fortissimo ma non c'è solo lei, c'è anche l'Inter e le altre. Non siamo qui a pettinar le bambole, siamo qui per vincere, a nessuno piace arrivare secondo. L'obiettivo è anche passare il turno di Champions. L'ambizione e la motivazione sono alte, ho una squadra giovane, uno staff giovane, un presidente...giovane, mi piace l'ambiente e tra i motivi della scelta c'è anche la città. Vivrò in città perchè è una bella città, con un panorama magnifico”. Poi il tecnico azzurro va sui singoli: “Mertens è un attaccante completo, ero perplesso quando ho saputo che avrebbe giocato prima punta, poi ha fatto 30 gol. Può giocare lì o tra le linee o come esterno ma non come ala. Verdi ha le sue stesse caratteristiche, con lui e Callejon potrò variare spesso. Meret pensiamo sia un giovane talento, tecnicamente forte, Karnezis ha esperienza e può aiutarlo. Il portiere ideale per me è quello che para, poi che giochi con i piedi o che si arrampichi sugli alberi meglio, ma deve parare. Inglese ha fatto bene a Chievo, ha grandi potenzialità. Fabian Ruiz è giovane, è un centrocampista completo, non può giocare davanti la difesa ma nel centrodestra come nel Betis o nel centrosinistra. Ora siamo alla ricerca di un laterale destro e dobbiamo valutare le condizioni di Ghoulam. Deve fare un breve periodo di riabilitazione e pensiamo di averlo per l'inizio del campionato. Siamo felici che Albiol sia voluto rimanere ed abbia rinnovato, poi siamo al completo dietro. Il modulo? E cos'è? Attenti che vi interrogo e faccio i test, si può pensare di giocare in un modo quando hai la palla e in un altro quando non ce l'hai”. Far crescere la squadra è impreciso: “Questa squadra è già cresciuta, penso di poterla aiutare con la mia esperienza ma questi giocatori hanno già conoscenze”. Battere il record di 91 punti fatto lo scorso anno non sarà facile: “Hanno fatto un campionato straordinario ma si può vincere lo scudetto anche a 85 punti. Sono stati competitivi fino all'ultima giornata”. Si è detto e scritto che Ancelotti avrebbe tentato di convincere diversi campioni ma ecco la smentita: “E' stato scritto che ho parlato con Ronaldo, Benzema, Vidal, David Luiz, Di Maria, Cavani...Io ho però ho parlato solo con Giuntoli e con il presidente. Ho affetto per tanti gocatori, ho avuto un ottimo rapporto con tutti questi giocatori ma io non ho mai imposto giocatori a nessuno e mai lo farò. Ogni club ha i suoi obiettivi e le sue possibilità. Sono venuto qui perchè da un punto di vista tecnico ho visto già una squadra molto competitiva”. Dopo aver approvato la Var (“ottima innovazione, lo sta dimostrando anche il Mondiale, va migliorata ma è una soluzione positiva che evita polemiche, penso che anche l'Uefa si deciderà a metterla in Champions”) Ancelotti parla di Milik: “L'infortunio è cancellato, deve ritrovare tranquillità ma penso che con lui, Mertens e Inglese il reparto offensivo è a posto”. Il maggio dell'88 c'era anche lui al San Paolo quando quel Milan strappò al Napoli uno scudetto che sembrava vinto: “Ora voglio rendere felice la gente di Napoli, so quanta pressione c'è e quanto questa passione può rappresentare un vantaggio per noi. La prima partita di A in panchina per me fu Parma-Napoli e Zola mi fece uno scherzetto. E' un ambiente che stimola e che ci può aiutare. Avevo parlato anche con la Figc per la nazionale ma io avevo detto che preferivo un club, mi diverto a stare sul campo tutti i giorni. Finchè non cambio il chip è così, e speravo di trovare una squadra che fortunatamente è arrivata”. Infine un commento sui Mondiali: “Mi è piaciuto, sono stato 10 giorni in Russia, ci sono state sorprese. Tutti, io compreso, si aspettavano il Brasile e che i top facessero la differenza ma il calcio cambia. Un gruppo di giocatori che lavorano bene insieme possono fare la differenza”.

Stefano Grandi


Tags: napoli ancelotti mertens

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