Allegri vuol riscrivere Spagna-Italia, ecco come giocherà a Barcellona

L'ha vista in tv e non è rimasto troppo sorpreso Max Allegri nel vedere la Spagna travolgere l'Italia: altro che fine di un ciclo, gli spagnoli hanno riscoperto nuovi assi, da Isco ad Asensio, rispolverato monumenti ancora utili alla causa, come Villa, e sono ancora più di una spanna sopra i nostri. Ma Spagna-Italia si rigioca martedì 12 settembre, anche se è Barcellona-Juventus e non sono le qualificazioni Mondiali ma la Champions, e il tecnico bianconero sta studiando già le mosse per dare scacco agli iberici. Quel che non è riuscito a fare Ventura a Madrid, annegato nell'improponibile 4-2-4, sogna di farlo Allegri a Barcellona. C'è il Chievo a Torino sabato, certo, ma la prima vera gara importante della stagione è il debutto in Champions, contro quel Barcellona che già lo scorso anno mister Max mise in saccoccia all'andata e al ritorno. Che Juve si vedrà dunque? Partito senza toccare quasi nulla rispetto allo scorso anno, il tecnico juventino sta pensando ai primi aggiustamenti tattici per inserire al meglio i nuovi. Non sarà ancora il momento di Bernardeschi e forse neanche di Douglas Costa ma c'è da fare spazio a Matuidi e trovare il vestito giusto per farlo rendere al meglio. Con il dubbio Chiellini (si proverà a recuperare il centrale fino all'ultimo ma i dubbi per ora restano) non si vedrà la difesa a tre (che contro gli spagnoli ha sempre una certa efficacia, ma il Barca non è la nazionale spagnola, e la difesa a 4 dà più certezze) ma il 4-2-3-1 che tante soddisfazioni ha dato in passato, dovrebbe lasciare il posto al 4-3-3 con Pjanic centrale affiancato da Matuidi e Khedira e il tridente Dybala, Higuain, Mandzukic con compiti diversi. Cambierà soprattutto la posizione della Joya che potrà sempre accentrarsi ma con spazi differenti, dietro di lui del resto avrà una diga ovvero Matuidi e Barzagli visto che in difesa (se Chiellini non ce la fa) toccherà alla coppia Rugani-Benatia, con Alex Sandro a sinistra. Allegri però ha sempre assi nella manica, anzi in panchina, pronti a entrare e cambiar volto anche tatticamente alla partita, da Cuadrado a Douglas Costa, ma in testa c'è solo un'idea: andare a dimostrare agli spagnoli che il calcio italiano non è inferiore al loro. Anzi.

 Stefano Grandi