31/05/2022 10:01
La sua verità è un'altra rispetto all'opinione comune. Max Allegri si confessa a Barzagli per Dazn e - come si legge su Tuttosport che ne riporta ampi stralci - fa un bilancio del suo anno alla Juve ammettendo
Milan, Inter e Napoli ci sono arrivate davanti in classifica, ma non ci erano superiori. Se non abbiamo mai vinto negli scontri diretti, qualcosa ci è mancato sotto l'aspetto caratteriale o della gestione. La leadership o ce l'hai o difficilmente ti viene a una certa età. Per il futuro ce ne sono due: De Ligt e Locatelli. Poi quest'anno è stata una piacevole sorpresa Danilo: quando parla non è mai banale e mette davanti la squadra. Un vero leader è silenzioso, deve parlare poco e deve mettere sempre davanti la squadra.
Capitolo Vlahovic
"Dusan può essere un leader a modo suo, ha un carattere leale, vuole sempre vincere, più che con le parole, diventerà un leader carismatico in campo a livello caratteriale. Ho allenato Cristiano Ronaldo, Ibrahimovic, Ronaldinho, Robinho, Cassano, Seedorf, Pirlo e Buffon... L'unico che mi è mancato allenare è Messi. Con loro ho avuto anche degli scontri, ma il campione non è quello che esce dallo spogliatoio, sconsolato, e chiama il procuratore. È quello che tira fuori l'orgoglio, ti dimostra che è ancora un campione e così in campo vince le partite".
Dopo un passaggio su Dybala ("deve tornare a essere se stesso, c'è stato un momento in cui si è fatto trascinare dal fatto che era il nuovo Messi. Un giocatore non può emulare o pensare di essere come un altro. Ha ancora tanto da dare perché ha qualità tecniche straordinarie, gioca in modo divino") la chiosa finale
"Chi vince non potrà mai giocare male. Però anche chi gioca bene, perde e viene criticato perché non arriva il risultato. Quando sei in campo non c'è un metodo unico per vincere: Quando sei in una grande squadra devi vincere. Quindi un metodo lo devi trovare e tutti gli anni non è uguale".