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Allegri: Conta solo vincere e Ancelotti ha vinto tanto, si fermasse un attimino

28/09/2018 12:11

Allegri: Conta solo vincere e Ancelotti ha vinto tanto, si fermasse un attimino |  Sport e Vai

L'errore più grosso sarebbe considerare quello di domani un incontro tra Allegri e Ancelotti, non tra Juve e Napoli. E' anche così, ma non è solo così però è difficile uscire dal fascino di una sfida tra i due strateghi più bravi d'Italia. Quello bianconero prova a spostare la pressione sul rivale, fa parte del gioco, ovvio: “Sul piano della classifica conta più per loro che per noi. Siamo solo all'inizio e bisognerà giocare bene contro una squadra che non ha cambiato giocatori ma ha preso l'allenatore più vincente di tutti e si sta già vedendo come la squadra ha preso le sembianze caratteriali dell'allenatore. Quindi sarà una bella partita, bisognerà farsi trovare pronti, e i i tifosi dovranno essere presenti anche per riscattare la sconfitta dell'anno scorso”. Giudizi superficiali tendono a considerare Allegri e Ancelotti due gestori più che due allenatori-educatori: “Gestore non lo so. Si sentono tante cose. Ognuno fa l'allenatore come meglio crede, poi bisogna cercare di vincere. Credo che Ancelotti abbia vinto poco, io meno, i ragazzi mi hanno regalato qualche trofeo. Siamo simili nel modo di affrontare le cose, veniamo dalla stessa scuola. Si dicono tante cose, ma resta scritto quello che vince. Poi è opinabile, uno può piacere o non piacere, ma c'è una roba sola: arrivare in fondo e vincere. Il resto non conta niente, a meno che ora non cambino i regolamenti. Stamattina guardavo il palmarés di Ancelotti e a un certo punto ho smesso perché ha vinto troppo. Che si fermasse un attimino. Con Ancelotti non è che ci frequentiamo, però è una persona che trasmette serenità. Il modo in cui si approccia, parla, rende le cose molto semplici e lo dimostrano gli anni di carriera che ha fatto. Chi vince qualcosa ha. Uno magari cura più una roba, uno un'altra. Il calcio è fatto di tante sfaccettature, ma quello che è importante è entrare nella testa dei giocatori. Bisogna metterli nel loro posto, farli giocare insieme. Poi contano gli schemi e quelle robe lì. Ripeto, però, per vincere ci vogliono i grandi giocatori, altrimenti non vinci. E già è difficile vincere con i grandi giocatori perché ci sono tante squadre. Io faccio l'esempio: quando iniziano a correre i 100 metri a da 13 a 10 fanno veloce, ma poi quando si lotta per essere il primo è più lontano”. Solitamente la formazione la dà quasi tutta, stavolta non fa troppi sconti anche se pare certa la panchina per Dybala : “Fortunatamente le scelte dolorose devo farle sempre perché devo lasciare giocatori importanti in panchina. È toccato a Dybala, a Mandzukic, Pjanic ogni tanto esce, Bernardeschi che in questo momento è più in condizione di tutti è stato fuori due partite. Rientra Kean. Siamo in 17, con De Sciglio e Khedira che rientreranno per Udine e Douglas che rientra contro lo Young Boys. Domani giocano Bonucci, Chiellini, Alex Sandro, Pjanic e Ronaldo. Gli altri arrangiatevi”. Tra questi ovviamente l'attenzione è soprattutto su Cr7: "Sono contento per il solo turno di squalifica. Sono trenta giorni che siamo assieme, dobbiamo migliorare nel trovarlo in campo, in velocità. Quando si giocano le grandi partite il dettaglio fa la differenza. L'attenzione in fase difensiva, la capacità di sfruttare le occasioni. Quest'anno abbiamo tirato di più in porta ma in percentuale segnato in meno”. Quest'estata l'ha stupita di più Ronaldo alla Juve o Ancelotti al Napoli? “Nessuno dei due mi ha stupito. Il calcio italiano ha riportato Ancelotti e soprattutto Ronaldo che ha elevato l'attenzione. Il campionato italiano non è il più brutto in Europa come si dice, non so se sia il più brutto o più bello ma sicuramente è il più difficile da giocare. C'è grande strategie, è più difficile fare gol, vincere le partite è più difficile”. Allegri poi parla delle differenze rispetto a Sarri: “Sicuramente il modo di stare in campo. Poi le qualità nella metà campo offensiva sono sempre le stesse. Fanno movimenti per conoscenza e lì diventano pericolosi. Poi in fase difensiva si raccolgono, sono un po' più bassi”. La Juve ha più del doppio del monte ingaggi del Napoli: “Le partite vanno giocate altrimenti il campionato non si farebbe. Real e Barça l'altro giorno hanno perso contro squadre che hanno non la metà, ma venti volte meno. Il Napoli è una realtà del calcio itlaiano e c'è da fare i complimenti a chi l'ha costruita. La Juventus però ha vinto sette scudetti, quattro coppa Italia, due finali di Champions. Vincere non è facile e bisogna mantenere l'attenzione alta. Io sono ogoglioso di quello che abbiamo fatto in questi quattro anni, in primis la società perché se non hai una società forte fai fatica e poi i giocatori e soprattutto gli uomini. Poche società hanno questa continuità. Alla Juve c'è una grande rosa in cui tutti per giocare devono pedalare se no c'è quell'altro che ti ruba il posto. In campo sono tutti amici, in settimana tutti nemici che lottano per un posto da titolare”.


Tags: juventus allegri ancelotti

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