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Adl e i contratti di ferro: Sarri come Boldi e De Sica, dovrà adeguarsi?

12/10/2017 14:23

Adl e i contratti di ferro: Sarri come Boldi e De Sica, dovrà adeguarsi? |  Sport e Vai

Se c'è una cosa che Aurelio De Laurentiis ha sempre fatto con dovizia di particolari e di dettagli – come ben sa chi ci ha avuto a che fare – sono i contratti. Lunghissimi, pieni di codicilli e di note a piè di pagina, valgono per il cinema come per il calcio, nei cinepanettoni come nel Napoli. E a quelli che oggi si preoccupano per il possibile addio di Sarri (salvo che qualche club paghi davvero la clausola di 8 milioni di euro, cosa mai accaduta per un allenatore) bisogna forse ricordare come si è sempre comportato il presidente azzurro. Quando nel 2008 si parlava di un addio di Lavezzi, tentato dai soldi della Premier, Adl alzò la voce e disse: “Sì, a casa mia si fa come dico io, se qualcuno non sta bene a Napoli può anche andare via, ma alla scadenza del contratto. I calciatori devono rispettare i contratti, altrimenti m'incazzo. E se non li rispettano sapete cosa? Mi rivolgo ai miei legali e mando a fare i sequestri dei beni. Mio zio Dino fece sequestrare la villa a un certo Federico Fellini e ognuno per la sua strada. E mi pare che mio zio abbia fatto strada in America. E continuò: "Gli Hamsik, i Lavezzi e i Gargano li abbiamo inventati noi: fino a due anni fa non c'erano, ma mi pare che il Napoli sia andato ugualmente in serie A. E se mi fanno incazzare, c'è anche il discorso dei diritti d'immagine. I contratti si devono rispettare". Già, i contratti e i diritti di immagine, quelli che in passato magari hanno fatto saltare qualche trattativa ma che gli hanno sempre consentito di avere mano libera sulla valorizzazione di tutti i suoi assunti. Calciatori come attori o registi. E' d'attualità la polemica sul prossimo cinepanettone che uscirà a Natale: 90 minuti di risate garantite da un «best of» della storia del genere, con frammenti di tutti o quasi i suoi film natalizi (oltre la coppia Boldi-De Sica c'è di tutto, da Sordi alla Ferilli, da Stefania Sandrelli a Nino D'Angelo) che non è piaciuta a tanti attori che non sono più sotto contratto con De Laurentiis. Come Ghini, che se ne è lamentato pubblicamente, o lo stesso Boldi che ha lanciato un paio di boutade, poi prontamente rientrate, perché è evidente che non ci siano appigli per protestare quando esistono dei contratti che prevedono la possibilità da parte del produttore di riutilizzare questi materiali. Il regista Neri Parenti quando seppe del film “antologico” commentò: "De Laurentiis ha potuto fare questo film perché allora per avidità abbiamo firmato contratti capestro che contemplavano anche questa possibilità”, ma in realtà tutti – come sempre accade anche nel calcio – hanno firmato senza che nessuno puntasse una pistola alla loro testa. Da Napoli, tornando al calcio, sono andati via pur in presenza di un contratto solo quelli che Adl non voleva trattenere o per i quali hanno pagato tantissimi soldi (dai 32 milioni per Lavezzi ai 63 per Cavani ai 90 e passa per Higuain). E chi rompe un contratto con Adl va incontro solo a problemi. Come sa anche Fellini che ebbe a che fare con zio Dino...

Fabrizio Piccolo


 


Tags: de laurentiis cinema sarri

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