Wawrinka: Di notte rivedo sempre il punto decisivo con Nadal

Le sensazioni da vincitore degli Us Open ma anche da miglior tennista svizzero stando al ranking Atp, i festeggiamenti, il futuro. Ha parlato di tutto Stan Wawrinka in un’intervista alla Gazzetta dello sport. L’elvetico ha confessato di aver rivisto anche in sogno la finale con Nadal: “Sono stato con la mia famiglia, godendomi ogni momento e provando a realizzare che cosa era successo. Lo ammetto, fatico ancora a rendermi conto che sono il vincitore di uno Slam. Poi sono andato a dormire, ma mi sono svegliato tre volte pensando al punto decisivo. Adesso capisco meglio le ragioni per cui vinco e per cui perdo. C’è voluto un lavoro di anni, un allenamento duro, tanta forza mentale. Ho preso fiducia in me stesso e in queste due settimane si è visto. Il mio cambiamento sta proprio nel diverso modo di guardare alle cose. L’anno scorso, quando ero avanti due set a zero con Djokovic nella semifinale degli Us Open, pensavo che in finale non avrei comunque mai potuto battere Nadal. E ho finito per perdere. Ora invece mi focalizzo su ciò che devo fare partita dopo partita e so che, se gioco bene, posso battere chiunque". E’ finita l’era dei Fab Four: “Nadal, Djokovic, Murray e Roger sono giocatori eccezionali, tra i più forti di sempre e del resto si sono divisi gli Slam dal 2009 ad oggi. Restano un riferimento per tutti, ma io credo che adesso per gli altri ci siano più possibilità di battersi alla pari: Berdych, Tsonga e Ferrer c’erano andati vicini, io per fortuna ci sono riuscito. Cosa cambia per me? Aumentano soltanto le responsabilità, adesso qualunque avversario avrà uno stimolo in più quando mi affronta. Bene, vorrà dire che dovrò migliorare ancora". Niente tatuaggio extra per festeggiare: "No no, basta quello che ho sul braccio sinistro, l’ormai celebre frase di Beckett. L’ho fatto l’anno scorso, ma erano anni che quelle parole risuonavano dentro di me e accompagnavano il mio modo di essere tennista". Inevitabile parlare del confronto con Federer:  “Sai che ti confronti con il più forte giocatore di sempre, e lo dico con convinzione. Certo, l’attenzione è sempre stata su di lui e forse questo mi è servito per fare il mio percorso senza troppe pressioni, verso di me le aspettative erano certamente diverse. E’ un titolo al quale non do alcuna importanza. Sto davanti a lui in classifica? Forse adesso troverò un tavolo migliore al ristorante quando è tutto pieno".